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Via le slot da scuole e centri anziani

Nella Provincia dell’azzardo, Riccione detiene un poco invidiabile primato: è il comune con l’ammontare più alto di giocate per abitante, 1.799 euro pro capite. Quello che non è un gioco tra Rimini, Bellaria e Cattolica, nella Perla Verde assume contorni ancora più problematici. La città non è rimasta a braccia conserte: dopo il progetto “Cambio Gioco” e il primo premio da circa 19.000 euro vinto in regione (precedendo 30 comuni) per finanziare iniziative rivolte agli esercenti Slot FreeER, ha alzato il tiro. Slot machines e sale gioco vade retro. Almeno da scuole, luoghi di culto e impianti sportivi.
In una delle patrie italiane dell’azzardo (la provincia di Rimini è terza in regione per spesa pro capite, oltre 1.000 euro a testa), Riccione dà un giro di vite sugli apparecchi da intrattenimento e giochi leciti. Due settimane fa il Consiglio Comunale ha approvato il nuovo regolamento delle sale da gioco in sostituzione del precedente del 2007. Tutte accolte le nuove disposizioni della regione Emilia-Romagna in materia di prevenzione e contrasto alle forme di dipendenza del gioco d’azzardo.

Niente slot e sale gioco entro 500 metri dai luoghi ’sensibili’. Il divieto riguarda l’apertura e l’esercizio di attività di gioco lecito con vincite in denaro degli esercizi commerciali, delle sale scommesse e delle sale giochi, così come attività che hanno al loro interno queste apparecchiature. Il divieto si applica anche alla nuova installazione, sempre di apparecchi come new slot, sale bingo e Videolottery. L’amministrazione ha mappato i luoghi sensibili, ed entro due settimane comunicherà ai titolari di esercizi il divieto di installazione di nuovi apparecchi, il divieto di rinnovo dei contratti di utilizzo alla loro scadenza, la chiusura entro 6 mesi per le sale scommesse e o sale giochi con attività esclusiva alloro interno che ricadono a meno di 500 metri di distanza da luogo sensibile. Da parte loro, i titolari dovranno trasmettere al Comune, entro 15 giorni dalla notifica, i dati relativi alle loro apparecchiature e la data di scadenza del contratto con il concessionario.

Con il nuovo regolamento mettiamo dei punti fermi utili al contrasto della ludopatia”. L’assessore alle attività economiche (nonché onorevole) Elena Raffaelli fa sul serio. “Il gioco d’azzardo patologico è un problema di salute pubblica che coinvolge non solo il giocatore, ma anche la sua famiglia e l’intera comunità, pertanto diventa indispensabile che ognuno faccia la propria parte per contrastarlo e prevenirlo. Da qui – prosegue la Raffaelli – la volontà di inserire tra i luoghi sensibili anche spazi meno convenzionali ma non meno importanti per il forte valore aggregativo”. Oltre a scuole e strutture sanitarie, figurano nell’elenco discoteche, centri di buon vicinato e persino asili nido.

Riccione da tempo affronta il gioco d’azzardo con decisione. I bar aderenti al marchio SlotfreeER si contano sulle dita della mano, ma con “Cambio Gioco” si è già assistito “ad un allargamento in prospettiva del raggio d’azione: – è l’idea dell’assessore ai Servizi alla Persona Laura Galli – dalle singole attività alle associazioni e alle scuole”. Anche con iniziative meno “ingessate” come musica live e giochi di società.

Il nuovo regolamento mette altri paletti, più stringenti. I gestori delle sale in coro avvertono: “Non ce ne andremo, potete scommetterci, e faremo ricorso”. La Raffaelli non si scompone: “Il regolamento è stilato non in maniera arbitraria ma a norma di legge. Svolgiamo il nostro ruolo di amministratori e crediamo in una città attenta ad una piaga sociale che mina economia, tenuta sociale e rapporti personali. I cittadini vanno tutelati”.