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Vecchie colonie: un impero in grave declino

Vanno sempre più allo sfascio le vecchie colonie di Riccione. Un impero in declino, naufragato come tanti progetti che, presentati in pompa magna, avevano acceso sogni e aspettative. Tutto finito in bolle di sapone, tra crisi economiche e pastoie burocratiche. Delle vecchie glorie restano cattedrali nel deserto. In più casi solo scheletri senza prospettive, trasformati in rifugi di disperati e malavitosi che continuano a creare problemi e dare lavoro alle forze dell’ordine.
Sono una dozzina le strutture in stato di abbandono e solo per una si profila una trasformazione più concreta. Si tratta della Perla Verde, in viale Torino, che il commendatore Renzo Vendramini all’inizio degli anni Ottanta aveva ristrutturato, facendone una colonia albergo, e dell’annessa Green House, fino qualche anno fa alloggio dei poliziotti in forza d’estate. La banca che ora la possiede all’Amministrazione ha presentato una “manifestazione d’interesse”, ossia una proposta per trasformare i due fabbricati in appartamenti, cedendo una porzione del lotto al Comune.
Sempre nella zona sud, resta al palo la Mater Dei (classe 1950), passata dalle suore alla Serenissima Sgr, che tiene in “pancia” una serie di banche. Del progetto esecutivo, che tramite demolizione e ricostruzione (arretrata di 15 metri rispetto all’attuale ubicazione), ne prevedeva la trasformazione in lussuoso hotel, non c’è più traccia. Tra i problemi quello della difficoltà di trovare un gestore per una struttura ricettiva di grandi dimensioni. Si contava di realizzare dalle 180 alle 215 camere con 225 posti auto e spiaggia privata, un’opera da 23/25 milioni di euro.
La Colonia Enel (nella foto), gioiello del 1963 firmato dal famoso architetto Giancarlo De Carlo, dopo una lunga battaglia di Italia Nostra e dell’ordine degli architetti per preservarla dalla demolizione, è ferma al palo. La Fimmco, finanziaria immobiliare costruzioni di Vicenza, sfidando la crisi aveva annunciato l’apertura del cantiere nel 2012 per realizzare entro la primavera 2013 un prestigioso hotel con l’investimento di 14/15milioni di euro. La crisi economica ha mandato tutto in fumo. L’immobile andrà all’asta, il Comune intende acquisirlo per farne un polo per l’infanzia. “Abbiamo avuto contatti col curatore fallimentare – conferma il sindaco Tosi – torneremo a parlane a breve”.
C’è poi la Colonia Bertazzoni. È di proprietà comunale e ora ospita Fondazione Cetacea e l’ospedale delle tartarughe. “Ci sono diverse proposte, per questo siamo determinati ad accelerare i tempi per convenire con la Provincia la destinazione e a fare quindi la perizia”, fa sapere il sindaco.
In zona Marano restano al palo la Pio XII, la Casa del Bimbo e la Serenella, quest’ultima messa in sicurezza ha affidato l’area esterna al Comune che l’utilizza come parcheggio. Stessa musica per la Ferrovieri della famiglia Cenni. Come annunciato all’inizio della scorsa legislatura il Comune voleva convertire queste colonie in campus universitario, ma poi è sceso il silenzio. C’è invece l’intenzione di chiedere la recessione del contratto per la Reggiana e per la Carpi Soliera Adriatica di proprietà comunale. Erano state cedute per 90 anni alla Kyron per farne un resort assieme alla Savioli, privata. Mirabolanti i progetti, finiti tutti in fumo. Sempre in viale D’Annunzio resta allo sfascio l’ex Dalmine per decenni trasformata nel lussuoso hotel-centro congressi Le Conchiglie.
Nives Concolino