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Vaccini, questione di prospettiva

 

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Forse in medicina, a parte la cura dei tumori, nessun tema è fonte di tanto dibattito come quello dei vaccini. Il dibattito è certamente esploso quando il sistema giudiziario è parso dare ragione al popolo degli scettici o meglio dei “NO VACCINO”, pareri poi sconfessati, ed altrimenti non poteva essere, visti i precari presupposti scientifici. Sconfessioni che, purtroppo, non ebbero l’enfasi pari ai titoloni dei giornali che mettevano in correlazione autismo e vaccinazione.
Sicuramente internet non ha giovato al dibattito, perché con esso ed in esso, su questo argomento, spesso hanno scritto e scrivono persone completamente prive di titoli (o su essi fuorvianti) per farlo, quando non anche portatrici di  personali interessi lucrosi. Non bisogna infatti dimenticare che per “tutelare i propri diritti” o “disintossicarsi da questi veleni” il cittadino si rivolge a “professionisti” che non lavorano gratuitamente.
Io sono un medico chirurgo regolarmente abilitato, con oltre 25 anni di lavoro, e ritengo che i vaccini siano una grandissima opportunità per la salute, anche per quella pubblica. Ma nonostante questo, non ritengo la mia posizione genuflessa verso di loro. Ricordo infatti che ai tempi della H1N1, fui tra quelli, molti, che non vaccinarono i propri pazienti.  Ho anche un diploma in omotossicologia, a testimoniare la mia – non aprioristica – chiusura mentale verso le medicine cosiddette complementari.

Cosa sono i vaccini?
I vaccini sono farmaci, e come tali possiedono effetti positivi e possono manifestare effetti collaterali. Sono farmaci particolari che non vengono somministrati a persone malate, ma hanno lo scopo di prevenire una malattia ”x” in persone sane. Immaginiamo ora che la malattia ”x” colpisca larga parte della popolazione, causando un certo numero di invalidi e un certo numero di morti ogni anno. Possiamo affidarci alla preghiera o a tutti i gesti scaramantici che vogliamo, ma se la malattia infettiva in questione fosse molto diffusiva, sarebbe altamente probabile che noi o i nostri figli avremmo a che fare con gli esiti.

Facciamo un po’ di valutazioni
1 – Consideriamo che la malattia ”x” fa un certo numero di morti e invalidi. Il vaccino preserva da tale malattia o ne consente una manifestazione sottotono, seppur provocando effetti collaterali (gravi o letali in una minima percentuale dei casi). Se gli effetti collaterali del vaccino sono una percentuale minima rispetto al numero di invalidi o morti causati dalla malattia, allora possiamo con certezza affermare che questo è  un vaccino che funziona.
2 – Una parte del risultato positivo è affidato anche al cosiddetto “effetto gregge”. Ossia: più è alto il numero dei vaccinati, minori sono le occasioni in cui i soggetti non vaccinati,  o nei quali il vaccino non garantisce una copertura totale, possono venire a contatto con il virus o batterio che causa la malattia.
Il più grande ostacolo nella somministrazione del vaccino rimane, comunque, il fatto che viene inoculato ad una persona sana e non malata. Capisco quei genitori che, disorientati da tanti pareri (a volte mossi da interessi economici) possano avere difficoltà nel decidere se somministrare il farmaco/vaccino al loro figlio sano. Ovvio che in questa condizione il loro pensiero non sia rivolto ai benèfici effetti, ma ai possibili effetti collaterali. Se a questi leciti timori si aggiungono le tesi complottistiche di chi dice che i vaccini causano l’autismo e che i medici li somministrano solo per far arricchire le case farmaceutiche…allora la confusione aumenta, eccome. Devo essere onesto, anche io da genitore ho avuto il dubbio circa gli effetti collaterali, ma da persona di scienza,  il dubbio l’ho subito spazzato via. Ma a tutte queste mamme e a questi papà, il mondo scientifico deve rispetto e lo deve manifestare rispondendo ai loro dubbi e mettendo a tacere per sempre azzeccagarbugli e complottisti.

Un buon punto di vista
Un punto di vista migliore, che consente una prospettiva maggiore, l’hanno il pediatra ed il medico di base, che non limitano la loro esperienza al caso singolo, ma fondano la loro conoscenza sugli studi universitari, sulla letteratura scientifica e sulla osservazione dei loro 1000/ 1500 pazienti. Un punto d’osservazione migliore l’hanno via via le Ausl, gli Assessorati regionali alla Sanità, il Ministero della sanità ed infine l’OMS. Questi fondano le loro opinioni e forniscono su dati oggettivi e non spulciando su internet oppure basandosi su qualche libercolo scritto da un terapista improvvisato. Il web pullula, purtroppo, di complottisti e terapisti che si sono autoproclamati tali per sbarcare il lunario o per invidia di una laurea che non hanno mai preso. Per non parlare degli interessi economici che il più delle volte muovono questi sedicenti “disinteressati”.
Sui benefici dell’effetto gregge si fanno forza quelli che io ritengo arroganti ed egoisti che decidono, ingiustificatamente, di non far correre ai propri figli i rischi vaccinali, seppur remoti ed improbabili,   contando comunque sui benefici dell’effetto gregge. Effetto, comunque possibile solo perché la maggioranza dei genitori –  questi sì con spirito veramente lungimirante, solidale e civico – decidono di vaccinare i loro figli.
Ma considerando che purtroppo il vaccino non ha efficacia al 100% e sul 100% dei vaccinati, ossia raramente qualche vaccinato può ammalarsi di una data malattia, anche se in tono minore, quei soggetti non vaccinati rappresentano purtroppo dei cluster (gruppi di persone) di possibile contagio. Questa probabilità aumenta in modo esponenziale col numero di soggetti non vaccinati.
Ecco perché ritengo che facciano bene quegli assessori alla sanità o alla scuola che decidono di impedire l’accesso agli asili ai bambini non vaccinati;  anzi io personalmente vieterei l’iscrizione di questi bambini a tutte quelle forme di aggregazione che prevedono promiscuità, per cui anche alla scuola elementare, alle associazioni sportive, agli scout, nei campeggi estivi. Ovviamente con esclusione di quei casi in cui il vaccino sia controindicato per allergia o altra controindicazione medica.
Il concetto potrebbe apparire un po’ forte, ma non dobbiamo dimenticare che la Costituzione garantisce “la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, ossia la libera scelta di un individuo non può ledere o minacciare la salute di un altro individuo sia come singolo che come parte della collettività.
Purtroppo la vita sociale, oltre ai tanti lati positivi, ci pone di fronte a scelte difficili e a volte non scevre da rischi e chi decide di vivere in questa società ha l’obbligo morale di adattarsi ai comportamenti suggeriti dalle verità scientifiche; a maggior ragione chi amministra questa società ha l’obbligo di essere lungimirante e di isolare chi per egoismo non vuole adattarsi agli obblighi a cui la società sottostà.
I vaccini non saranno forse la panacea di tutti i mali, ma certamente hanno quasi liberato l’umanità da alcune gravi malattie. Negare ciò è falso e molto pericoloso.
E seppur come ha detto un noto collega riminese, pneumologo, “forse tra 100 anni i nostri colleghi rideranno delle nostre certezze”, al momento questa è la verità scientifica,  il resto sono solo chiacchiere.

Corrado Paolizzi, medico-chirurgo