Home Storia e Storie Uomini alla radice della fedeGiovanni Bersani, amico di Alberto Marvelli e Igino

Uomini alla radice della fedeGiovanni Bersani, amico di Alberto Marvelli e Igino

Un amico di Alberto Marvelli e Igino Righetti, un uomo retto e capace, impegnato politicamente e intellettualmente in un’azione che a Rimini ha lasciato il segno. Giovanni Bersani, bolognese, di elevata integrità morale, è un personaggio straordinario del cattolicesimo democratico. La sua opera di pensiero e di azione è strettamente permeata dalla dottrina sociale della Chiesa, ha varcato i confini nazionali ed europei, fino ai paesi africani e latino-americani, dove ha profuso le sue migliori energie, conseguendo negli anni importanti risultati, sia nel campo della formazione, che delle realizzazioni di strutture cooperative e di servizi associativi alla persona in quelle “periferie del mondo”.

L’operato
L’insieme della sua opera, come egli di sovente sosteneva, è sempre stata volta all’ambizioso obiettivo prioritario di una sia pur graduale auto promozione umana e sociale di quelle indigenti popolazioni, superando la natura di passivo assistenzialismo, purtroppo ancora largamente praticato.
Fare una sintesi del curriculum, di Giovanni Bersani non è impresa facile: parlamentare della Dc dal 1948 al 1979; sottosegretario al Ministero del Lavoro nel secondo Governo De Gasperi, deputato al Parlamento Europeo, ricoprendo anche l’incarico di Vicepresidente, nonché Presidente dell’Assemblea Parlamentare tra l’Europa e 79 Paesi dell’Africa, Caraibi e Pacifico.
Ai gravosi impegni istituzionali, Egli ha saputo coniugare una presenza operativa, sia sul territorio nazionale, che emiliano-romagnolo, con una predilezione particolare per il Riminese dove, grazie a robuste amicizie, potrà nel tempo recare un valido contributo ideale e sociale all’intera comunità.

L’incontro con Alberto e Igino
Bersani frequentatore a Rimini di “Casa Massani” ha qui coltivato l’amicizia con Alberto Marvelli, divenendone esemplare amico, in una coesione spirituale, culturale e sociale, il cui progetto complessivo tendeva all’obiettivo di una operante solidarietà coi poveri.
In una ricca e toccante testimonianza su Marvelli, il parlamentare bolognese annota di avere conosciuto Alberto negli anni 1935-1936, al compimento dei suoi studi liceali, in quanto frequentava la famiglia Bersani, essendo collega di studio in ingegneria di un suo fratello. Aggiunge, testualmente: “la nostra casa era un porto di mare, dove convenivano spesso molti giovani del mondo cattolico di allora”.
In quegli anni le frequentazioni avvenivano soprattutto negli organismi dell’Azione Cattolica e del Movimento Studentesco, per poi confluire nella FUCI, dove a livello centrale Bersani e Marvelli incontrarono un altro famoso riminese: Igino Righetti, presidente nazionale dei laureati cattolici. È interessante rilevare che, in un clima di crescente amicizia, si intensificò fra i tre un intreccio di incontri di studio e di lavoro, che si svolgevano anche in sedi precarie!
Parlando di Righetti, Bersani rileva che: “tra i tanti gravosi compiti Igino aveva preparato con grande impegno intellettuale, una scuola di pensiero, promovendo anche incontri privati di noi tre nelle stazioni ferroviarie, (specie a Bologna), durante soste programmate nei suoi viaggi. Durante questi incontri, Righetti consegnava a me e ad Alberto i suoi testi anche esteri, specie francesi che si riferivano alla rivista Studium e ai famosi incontri di Camaldoli”.

Bersani e
le Acli di Rimini

Finita la guerra, il 28 aprile 1945, Giovanni Bersani su incarico del grande sindacalista cattolico Giulio Pastore, prese l’iniziativa di dare vita alle Acli raggiungendo, in breve tempo, le massime responsabilità del Movimento, sia a livello nazionale che regionale. Soggiunge Bersani: “passata la guerra, di fronte a questo nuovo scenario, il mio pensiero corse subito ad Alberto, per condividere assieme questa nuova avventura. Dopo un incontro a Rimini, ebbi la sua pronta adesione e progettammo il primo avvio di una forte azione in campo sociale”. Purtroppo, la prematura morte di Marvelli segnò un momento di rallentamento dei programmi precedentemente progettati, ma Bersani si assunse in prima persona il compito di istituire con gli amici di Rimini le Acli circondariali, seguendone attivamente problemi e speranze.
Nel 1946-47, sotto la illuminata guida di Giovanni Bersani, sorsero ad opera dei soci fondatori riminesi i primi circoli Acli in città e nel territorio. Fra i promotori si annoverano: Alfredo Floridi (Presidente), don Domenico Calandrini (Assistente, sacerdote di grande cultura e rara intelligenza), Francesco Papaleo, Francesco Gulminelli (per anni segretario della Cisl); Mario Angelini, Walter Bollini e Ferdinando Storchi (pure lui riminese) che diventerà poi, Presidente Nazionale del Movimento e uomo di Governo.
In quegli anni e in quelli che seguirono, si realizzarono nutrite iniziative di formazione, incontri, convegni, prese di posizione pubbliche in difesa dei lavoratori; Bersani presenziava di sovente alle manifestazioni riminesi, con un suo peculiare contributo, ricco di dotte argomentazioni, non urlate, sempre capace di coinvolgere positivamente l’assemblea, grazie anche alla sua dote di grande comunicatore.

Con le radici
della fede

In definitiva, sulla sua lunga vita pubblica e privata si può certamente riconoscere in Giovanni Bersani un personaggio straordinario del ventesimo secolo, le cui profonde radici della fede, hanno alimentato fortemente il frenetico, quotidiano impegno al servizio dei fratelli. Per l’amore quasi viscerale dedicato alla cooperazione in Italia e nel mondo, fino ai suoi ultimi giorni, gli è stato riconosciuto il titolo di Missionario della Cooperazione. Nell’ultima intervista prima di lasciarci, facendo sintesi della propria vita di fede, ha detto: “Dio mi è stato sempre vicino”. Il 24 dicembre 2014 – vigilia di Natale – Giovanni Bersani, a cento anni compiuti, ha concluso la sua operosa e feconda esistenza terrena, contrassegnata da una coerente testimonianza della Fede, permeata quotidianamente da nobile spirito di servizio, ad ogni livello delle sue elevate responsabilità.

Armando Foschi