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Un giorno con loro. E adesso?

Coperte alla Protezione Civile, farmaci ai volontari dell’opera S. Antonio, un vassoio con alimenti alla Caritas diocesana e alcuni indumenti alla Papa Giovanni XXIII. Sono i simboli della povertà distribuiti a San Giuseppe al porto. Il Vescovo di Rimini li ha distribuiti al termine della messa domenicale, quella a cui erano invitati i poveri nel giorno della “loro” festa.

“Non si festeggia la loro condizione, un disagio – puntualizza il Vicario generale, don Maurizio Fabbri – ma la Chiesa ha inteso porre con questa Giornata un richiamo prima di tutto a se stessa, a come vive la povertà che ha intorno, e come intende rapportarsi con essa”.

A Roma, a Catania come a Pinerolo e a Rimini. Il mandato del Vescovo non è però esclusivo per queste realtà ma è da intendersi per tutta la Chiesa di Rimini, perché sia sempre più capace di condivisione con i più poveri, una chiesa povera con i poveri.

I “regali” del Vescovo Francesco non sono terminati. Dal “cilindro” dei simboli della povertà, al termine della liturgia ha consegnato al vicesindaco di Rimini una mappa. Del tesoro? È la mappa dei servizi – pubblici e del volontariato – presenti sul territorio e ai quali possono rivolgersi i poveri. Una mappa, scritta in diverse lingue, le più diffuse sul territorio riminese, e distribuita in diversi luoghi della città e del circondario.

È tutta la società oggi, e non solo il povero, che avverte un grande bisogno di solidarietà. – il commento di Gloria Lisi, vicesindaco e assessore a sociale, sanità, politiche per la pace – Quasi un’urgenza civile, l’esigenza di ricostruire quei legami che ci tengono insieme e che oggi sono così sfilacciati. Questo è centrale, perché quando una comunità rompe i legami di solidarietà diventa qualcosa di diverso, viene messa in discussione nel suo significato più profondo. Per questo il Comune di Rimini, insieme alla rete territoriale delle associazioni e con la collaborazione e l’esperienza forte della Diocesi di Rimini, sta puntando su un modello di welfare che accolga, e non solo sostenga. Fare uscire il povero dall’isolazionismo e farlo sentire insieme agli altri, condividendo relazioni e non solo aiuti. Questo vale per il più povero, ma dal variegato mondo delle povertà è una lezione alla società tutta. Ricostruire i legami e riprendere insieme, ritrovando i legami del sentirsi insieme”.

Ce n’è per tutti: il messaggio del Papa relativo alla Giornata Mondiale dei Poveri 2019 è stato distribuito a tutti.

Questa terza edizione ha per titolo “La speranza dei poveri non sarà mai delusa”.

“Mi unisco all’auspicio di Papa Francesco perché questa nuova Giornata Mondiale, la terza, diventi un richiamo forte alla nostra coscienza credente affinché siamo sempre più convinti che condividere con i poveri ci permette di comprendere il Vangelo nella sua verità più profonda. – sono parole del Vescovo di Rimini – I poveri non sono un problema: sono una risorsa a cui attingere per accogliere e vivere l’essenza del Vangelo”.

Detto fatto: il Vescovo prima si è rimboccato le maniche, letteralmente, insieme ad oltre sessanta volontari – tra quelli in sala e chi lavorava in cucina – poi si è seduto – nei tavoli tondi del salone di San Giuseppe al porto – al desco con i poveri per condivedere il pranzo.

La cucina è fumante grazie alla Protezione Civile: antipasto, spaghetti al tonno, pesce come secondo piatto, contorni, frutta e dolci. Per mettere in tavola tanto bendiddio si sono adoperati Caritas diocesana, Apg23, Capanna di Betlemme e Opera S. Antonio, oltre alla preziosa collaborazione di una quindicina di fratelli della Chiesa Ortodossa rumena, quella che attualmente utilizza gli spazi di Sant’Agnese.

“350 commensali è un numero piuttosto vicino alla realtà” è visibilmente soddisfatta Maria Carla Rossi dell’associazione Madonna della Carità.

“Il calore dei volontari, il menù di pesce, il karaoke al termine del pranzo, la voglia di stare insieme, hanno creato, almeno per un giorno, nonostante una partecipazione così numerosa, un’atmosfera familiare” aggiunge Mario Galasso.

“Non è il piatto caldo, e neppure il menù, peraltro ottimo quest’oggi – a far la differenza. – taglia corto Parigi, povero in via di definitivo riscatto – Sono le relazioni, l’accoglienza, lo sguardo con cui siamo guardati. E ascoltati”.

Dalla mensa del cibo a quella festa: la Giornata è proseguita con musica e canti. Molti protagonisti sono gli stessi poveri. Oggi, forse, hanno un motivo in più per far festa.