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Un Azzurro vincente targato Rimini

Quando uno ottiene un successo dietro l’altro non può essere una sola sconfitta a cancellare quanto di buono è stato fatto in precedenza. Lo sa bene Roberto Polverelli, 48 anni, allenatore riminese della Nazionale di calcio dilettantistica U18 che nella finale dell’Europeo di categoria, disputatosi proprio in Emilia Romagna, è stata sconfitta con un sonoro 3-0 dalla Romania. Si è trattata dell’unica battuta d’arresto per gli azzurrini approdati in finale dopo aver superato Irlanda del Nord e San Marino con delle prestazioni convincenti e ineccepibili. E così il CT romagnolo non è riuscito ad allungare il suo invidiabile palmares: per ora un totale di 16 trofei, tra i quali 4 titoli europei.
Mister, come si spiega una sconfitta così netta?
“Si spiega nel fatto che non si possono preparare queste manifestazioni a settembre. Ogni anno la mia squadra riparte sempre da zero dato che porta in serie A e B moltissimi giocatori ogni volta. Se poi vogliamo anche analizzare lo sviluppo della partita diciamo che è stata decisa da eventi e dal fatto che non siamo riusciti a finalizzare ben 8 palle gol”.
Ormai da anni allena la Nazionale dilettantistica U18 lavorando così con moltissimi giovani. La Rimini calcio le ha mai chiesto qualche informazione su qualche prospetto che ha avuto modo di seguire?
“C’è grande collaborazione col settore giovanile del Rimini. Ovviamente tra il chiedere semplici informazioni e il rendersi operativi ne passa. Bisogna tenere in considerazione che organizzare un settore giovanile non è semplice, richiede impegno e pazienza”.
Può essere proprio una poca attenzione verso il settore giovanile uno dei problemi principali della società biancorossa?
“Il Rimini da qualche anno sta puntando molto sul settore giovanile ma non bisogna dimenticare è necessario molto tempo per organizzarlo al meglio. Conosco chi lavora all’interno della società biancorossa in quel settore e sono persone competenti mosse da una grande passione”.
Chi dei giocatori che ha allenato in precedenza si è già affermato a livelli considerevoli?
“Lo scorso anno Francesco Caputo al primo anno in serie B col Bari ha segnato 10 gol. Luca Siligardi nella Triestina sta facendo vedere ottime cose. Poi ce ne sono diversi altri ma questi due che ho citato sono l’evidente risultato del lavoro che portiamo avanti con la Nazionale U18. Un lavoro che negli ultimi 7 anni, da quando sono Ct, ha permesso a 180 giocatori di giocare in seria A, B e C”.
Quali sono i suoi progetti futuri? Non pensa ad una panchina di club?
“Voglio continuare a far bene con questa Nazionale che ogni anno ottiene risultati ottimi: non dimentichiamoci che nel 2009 al Torneo di Viareggio siamo stati eliminati dalla Sampdoria, poi finalista, con un gol alla fine della partita. Di proposte per allenare un club ne ho avute, anche dalla serie B, ma ora non vedo proprio perché dovrei cambiare”.

Matteo Petrucci