Home Attualita Turismo cinese, un’occasione che sta “volando” via?

Turismo cinese, un’occasione che sta “volando” via?

C’è chi ci pensa (Rimini e il Federico Fellini) e c’è chi, invece, agisce (Ancona e il Raffaello Sanzio). Poi c’è chi, come Bologna e il Guglielmo Marconi, lo hanno già reso realtà. Il turismo cinese fa gola a tutti. Ma la Cina, non è poi così vicina. O non lo è almeno per tutti. Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, un paio di settimane fa, durante la presentazione della programmazione estiva dell’aeroporto di Miramare, lo ha detto senza tanti giri di parole:“Siamo lo scalo della Romagna e vogliamo portare qui i cinesi. Stiamo ragionando con una compagnia di linea, guardiamo all’Asia per il futuro”.

Uno sguardo che in realtà, già da un paio di anni, sta tenendo impegnato l’Amministratore Delegato di Airiminum Leonardo Corbucci.

Nell’aprile del 2017, infatti, l’uomo di punta della società che gestisce l’aeroporto di Miramare aveva cercato di allacciare rapporti con la compagnia cinese Hainan Airlines:“L’obiettivo è quello di coinvolgere l’aeroporto internazionale di Rimini e San Marino in un progetto che preveda la creazione di un flusso turistico stabile tra Cina, Russia e Italia. dichiarò all’epoca Corbucci -Nel 2016, solo a San Pietroburgo, i flussi turistici dalla Cina sono cresciuti del 200%. I principali tour operator cinesi che già operano in Russia, insieme agli operatori locali, intendono creare pacchetti turistici per il mercato cinese che contemplino anche altre mete inEuropa, soprattutto durante il periodo invernale. L’opportunità che ci viene offerta è di aprire un nuovo mercato dalle immense potenzialità non solo per l’aeroporto Federico Fellini e la Romagna, ma per l’Italia centrale nel complesso. La Romagna ha tutti i numeri per candidarsi quale piattaforma ideale di approdo per l’Italia in virtù dell’ampia disponibilità di hotel a 4 e 3 stelle a prezzi competitivi, e soprattutto del milione di letti disponibili considerando le varie strutture recettive”.

Il problema è che mentre Rimini e il “Fellini” ci stanno ragionando sopra, qualcuno si è già mosso e rischia di soffiarci una fetta di mercato milionaria. Perché se è vero che l’Italia esporta calciatori e allenatori,dall’oriente arrivano milioni di cinesi che riempiono treni, aerei, ristoranti e alberghi. Un dato su tutti, a Bologna,poco meno di un anno fa (era il luglio 2018) è atterrato il primo volo diretto dall’oriente. Un business che ha fatto registrare un +26% di cinesi nel capoluogo emiliano romagnolo. E se Bologna ha già messo le mani su una bella fetta di questo mercato, Ancona e il suo scalo ci sono vicini. Anzi, rischiano di scipparcelo. Perché, lo scorso 22 marzo, la Regione Marche ha firmato un memorandum d’intesa con il più grande tour operator del Paese.

“Opportunità come queste possono capitare poche volte nella vita.commenta il Presidente della Regione Luca Ceriscioli – Riuscire ad avere un rapporto diretto con il più grande tour operator cinese, il che significa probabilmente il più grande del mondo, dal momento che il mercato turistico cinese viene ritenuto il più interessante del pianeta perché i numeri sono in crescita esponenziale, e che i turisti cinesi vogliono venire in Italia non solo per visitare le grandi città, ma per conoscere il Paese vero, ecco che tutto questo si accompagni a un volo diretto con le Marche e ad un cargo (cioè aprire in termini di spazi commerciali per i nostri produttori), tiene insieme un condensato di elevatissimo valore per questa operazione. Un punto di svolta per le dinamiche e la vita dell’aeroporto delle Marche, un’occasione di rilancio e crescita dell’economia marchigiana che negli ultimi trent’anni ha guardato sempre con interesse alla Cina. Rafforzare allora su un tema storicamente debole, ovvero non essere collegati al mondo, con voli intercontinentali di questo raggio ci fa fare un salto di qualità straordinario. Questa firma è una svolta molto significativa”.

Insomma, Rimini, che è al momento è tornata ad essere leader del mercato russo, farebbe bene ad aprire al più presto una porta d’accesso con la Cina perché altrimenti il rischio è quello di raccogliere solo le briciole. E forse neppure quelle.

Alberto Volponi