Home Attualita Travolta dallo tsunami di Dio

Travolta dallo tsunami di Dio

È possibile attivare il lettore automatico selezionando la parte di testo interessata

Mi chiamo Silvia, sono una mamma di quattro figli che vive la sua maternità in modo meraviglioso, intenso, profondo, dando tutta me stessa. Con Giovanni, mio marito, e i nostri due bambini – Elisabetta di 3 anni e Giorgio di 14 mesi – ci eravamo trasferiti da Trento in Romagna, dove sono nata, per poter avere più opportunità lavorative in modo da raggiungere una stabilità economica, difatti sembrava andare tutto per il meglio. Mio marito era ancora precario, ma io ero in procinto di assunzione dopo vari mesi di prova, quando scopri di essere in cinta, all’istante avvertii la sensazione di cadere nel vuoto, come succede nei sogni o nei carton i animati.

Divenni fragile, impotente, nella mia mente all’improvviso era calato il buio. Non mi avrebbero più assunto! Senza un secondo lavoro non avremo più avuto la possibilità di far fronte a tutte le spese (mutuo, affitto, rata macchina ecc.) troppe per pensare di cambiare rotta senza preavviso.
Difatti appena mio marito seppe della gravidanza ebbe subito una reazione contraria, non se la sentiva proprio! Anche per lui tutto sarebbe stato uno tsunami pronto a travolgere anche le due creature che già avevamo. Le poche persone con cui mi confidai non mi diedero né conforto, né sostegno. Dentro di me in realtà, fin da subito, avevo il desiderio di tenerlo, lo sentivo già nel cuore, ma quanta paura: ero schiacciata dalla paura, ero sola a decidere quello che di fatto era già stato deciso: il mio bambino esisteva già!
Quando passai la visita medica, mentre esprimevo la mia intenzione di interrompere la gravidanza, dentro di me pregavo Dio che facesse accadere qualcosa, nel frattempo che aspettavo l’appuntamento, che potesse cambiare le cose.

Spesso ripenso a quando mi sdraiai sconsolata sul lettino per fare l’ecografia: improvvisamente la dottoressa esclamò: “Signora qui c’è un problema, sono due gemelli!” No!!!, esclamai, come potevo abortire due bambini! Non ci crederete, ho avvertito un brivido in tutto il corpo, era il Signore che mi indicava la giusta direzione! Nonostante ci fosse il buio davanti a me, senza sapere come sarebbe andata, ho optato per la vita, la loro, e sentivo che non potevo fare diversamente! Non che uno sarebbe stato diverso, ma con due il messaggio era più che chiaro: come si faceva a rifiutare un dono dal cielo così abbondante?

Poiché dai Servizi Sociali non c’era nessun aiuto, l’ostetrica mi ha messo in contatto con una volontaria della Comunità Papa Giovanni XXIII che mi si è messa accanto come una sorella, sempre disponibile ad ascoltarmi, a cercare insieme soluzioni ai vari problemi che si presentavano, a incoraggiarmi nei momenti critici. Siamo stati aiutati anche con un contributo economico per un anno che ha rappresentato per noi una sicurezza, anche se la sicurezza più grande era di sapere che potevi contare su qualcuno per non essere più soli ad affrontare una situazione così pesante.
Ester e Davide sono nati! Una meraviglia incredibile: i loro occhi, le loro manine, le loro smorfie… Cosa sarebbe stato di me se li avessi rifiutati? Nel corso della vita le situazioni cambiano, tutto passa, ma Dio no, il tuo bambino neanche, lui rimarrà per sempre, io ho detto il mio sì per sempre, che bello dire PER SEMPRE, come nelle favole a lieto fine.

Qualunque cosa mi accadrà in futuro, per quanto il cammino di mamma potrà essere impegnativo, avrò l’amore dei miei figli, ed è una cosa così grande, difficile da descrivere. Mentre li stringo al mio cuore, li nutro, osservo le loro piccole mani che mi accarezzano mi sento felice anche se molto stanca, qualcuno si stupisce di come possa riuscire ad arrivare a tutti, adesso poi in casa c’è anche la nonna malata che non poteva più vivere sola.
Voglio anche dire che quando sono nati i gemellini mio marito è stato assunto a tempo indeterminato presso un’azienda e l’anno successivo ha avuto comunicazione di un rimborso di 9 anni di stipendio per via di un licenziamento ingiusto dal lavoro che svolgeva precedentemente, così adesso abbiamo una speranza di poter sanare i debiti e ripartire con un po’ di riserva!

Sono contenta di poter raccontare la mia storia che può dare coraggio e speranza a chi vive nella paura di non farcela con una maternità inaspettata e con tante difficoltà e testimoniare che il Signore è fedele, non ci lascia soli e si manifesta attraverso la solidarietà di persone generose. Un grazie grande a tutti coloro che ci hanno aiutato a far nascere i nostri bambini!

Silvia