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Trasporto, c’è poco pubblico tra i passeggeri

l mezzo pubblico non attira, e la provincia l’autobus preferisce salutarlo con la manina, magari dall’abitacolo dell’auto oppure mentre sfreccia in scooter per le vie dei centri storici o sul lungomare. I numeri relativi ai passeggeri sono impietosi. Il trasporto pubblico dal 2000 continua a perdere terreno: dai 99 per ogni residente, si è passati agli 85 del 2011, contro una media nazionale di 228 ogni residente all’anno. E pensare che la Regione pigia forte sull’acceleratore: con 53 euro per abitante investiti, viabilità e trasporti è la voce di investimento 2010 pro capite regionale più alta.
All’autobus, Rimini & Co continua a preferire l’automobile. 200mila i veicoli circolanti in provincia, un terzo dei quali immatricolati prima del 2000, dunque più inquinanti. In pratica, da Bellaria a Cattolica esistono 600 macchine ogni 1.000 abitanti. Dopo Bologna (che in questa classifica tocca quota 2000), la provincia di Rimini detiene il primato regionale dei volanti per km/quadrati: 1.000 auto. Non vanno meglio le due ruote: negli ultimi sei mesi le immatricolazioni a Rimini sono in picchiata del 25%, il peggiore dato regionale dopo Parma e Forlì.
Bologna porta 14 milioni di euro l’anno sulle strade riminesi per viabilità e trasporto, “contro i 15 della stagione precedente. E il futuro sarà sempre meno roseo” è disilluso l’assessore provinciale Vincenzo Mirra. Le alternative al mezzo privato a motore sono poco gettonate. E faticano a salire in autobus. “Il trasporto ha poco appeal. – taglia corto il direttore del mensile Tutto Rimini Economia, Primo SIlvestri – Orari infelici e bus vuoti sono all’ordine del giorno. Perché non sostituirli con bus di minori dimensioni aumentando la frequenza? E pensare a bus elettrici?”.
Il presidente di Start Romagna impugna il volante. “Con le potenzialità che abbiamo, potremmo trasportare il quadruplo degli attuali passeggeri” assicura Sergio Amadori (nella foto). L’ex sindacalista CGIL passato a guidare la società che gestisce il colosso del trasporto romagnolo Start nato nel 2010, non si sottrae alle critiche ma davanti alle telecamere della trasmissione TRE di IcaroTv, accelera. “I bus vuoti? Il servizio è tarato sulle punte più alte, ecco perché si vedono in giro autobus sguarniti di passeggeri”. Amadori punta poi il dito sui problemi che frenano il trasporto pubblico. “La rete del trasporto pubblico è vecchia, non ha seguito l’evoluzione dinamica delle città. – rilancia – Va rigenerata. Le tre reti romagnole presentano gli stessi difetti, il nostro obiettivo è un progetto che consenta di spostare le reti che non servono verso altri siti, garantendo maggiore economicità, più efficienza ed appeal”. Semplice no? Amadori rivendica lo status di azienda per Start Romagna. “Pur essendo sovvenziato, il trasporto pubblico è un’impresa che sta sul mercato insieme ad altre imprese. E se costiamo, è altrettanto vero che il rapporto costi/ricavi è di 1,32 euro”.
Il passeggero però fa altri conti. Nelle sue tasche. Con il sistema a zona le tariffe sono aumentate. E un autobus costa (dati 2011) 3,66 euro a km, 28milioni di euro l’anno. Il periodico on line Inter-Vista ha comparato i costi. Risultato: Rimini è la più esosa. 3,11 a km nel 2010, contro i 2,78 euro a Forlì-Cesena, 2,57 di Reggio Emilia, 2,228 di Pesaro e addirittura 2,10 di Salerno. In una stagione, l’aumento del trasporto pubblico è del 20%, senza eguali. Nonostante i soci pubblici versino nelle casse di Start Romagna 43 milioni di euro l’anno, e in attesa della ricapitalizzazione. Il numero uno Amadori addossa tutta la colpa alle strade e al traffico. “La velocità media è di 23,4 km all’ora, in 13 anni è diminuita di 3 km, cioè del 18%. Forlì vanta il 27,91, Ravenna il 27,88. Questo significa un servizio inefficace e costoso per il gestore costretto a colmare le lacune gettando in strada più ore di lavoro. E i dati vanno parametrati con le velocità media. Così facendo il costo riminese scende sensibilmente: 3,09, contro il 3,06 di Forlì e il 3,85 di Ravenna”.
Qualche corsia preferenziale in più aiuterebbe il servizio e farebbe sorridere anche i conti. In Start Romagna però lievita anche la spesa per i dipendenti: +35%. Il bando con il quale detiene il trasporto pubblico è scaduto ma è stato prorogato fino al 31 dicembre 2013. A quella data andrà rifatto. Con la speranza di ridurre le spese e imbarcare più passeggeri.

Paolo Guiducci