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Tipe da spiaggia, mille volti delle donne in spiaggia

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Che tipe da spiaggia! Sono molte le donne che si avventurano in lavori sulla sabbia. Nonostante stiamo ancora parlando di numeri esigui – soprattutto nel settore del salvataggio – ci sono delle rare mosche bianche che hanno fatto della spiaggia il loro lavoro.
In realtà a ben cercare di bagnine di salvataggio ce ne sono, ne abbiamo incontrate due: Martina Palazzini (anni 19) e Arianna Tarassi (23 anni) che “prestano” le loro braccia salvifiche agli avventori del Boabay, il più grande parco acquatico galleggiante del mondo con 190 gonfiabili modulari e centinaia di persone che ogni giorno salgono, scendono si tuffano e si rituffano. Martina e Arianna lavorano tanto, per essere al loro posto hanno dovuto prendere due brevetti, prima quello del salvataggio in piscina e poi quello del salvataggio in mare, che rispetto al primo ha in più un esame di “guida” del moscone. Per parlare con le ragazze devo attendere che si facciano le 13.00. Pausa pranzo veloce e poi si riparte. “Facciamo in fretta”, dico loro, perché un po’ mi sento in colpa a toglier loro il tempo del riposo. E di riposo ne hanno bisogno, eccome. Le ho viste “agitarsi” un bel po’ nel poco tempo che sono rimasta a guardarle in spiaggia.
“Io sono al Boabay da un anno – racconta Martina Palazzini, al quarto anno del Liceo Artistico – ho sempre nuotato, il mare per me è una passione. Quando è arrivato il momento di lavorare non ci ho nemmeno pensato: Questa è stata la mia prima scelta lavorativa”.
Un lavoro molto fisico ma anche molto divertente, spiegano entrambe. “Si è sempre a contatto con la gente – continua Martina – soprattutto quando il mio turno di lavoro lo passo sui galleggianti. In quel caso rimango a controllare che tutto vada bene, aiuto le persone a risalire dopo che hanno fatto i tuffi, etc. Sento, comunque una grossa responsabilità”. Ma Martina passa anche dei momenti in cui si mette alla “voga” del moscone e controlla il mare e la spiaggia. “Proprio qualche settimana fa – ci racconta – mi sono trovata a dover soccorrere una persona anziana che si è sentita male mentre nuotava. Fortunatamente è andato tutto bene”. Martina non si è spaventata, o perlomeno “lì per lì ho avuto paura, ma poi mi sono resa conto di non essere sola e di poter contare sull’aiuto dei miei colleghi (in tutto ci sono 14 bagnini che si alternano. In media 4 persone per 20, 30 bagnanti, ndr). Tutto bene, comunque”. In molti le hanno detto che questo è un lavoro da uomini ma <+cors>“fortunatamente ho avuto un buon istruttore che mi ha sempre spronato a dare il massimo”.
Stessa cosa per Arianna Tarassi, 23 anni, perito turistico e un brevetto preso all’età di 16 anni. Lei lavora al Boabay dall’apertura dello scorso anno. “Non posso negare che la fatica fisica esista. Anche a me hanno detto che questo è un lavoro maschile. Ma quando ti viene detta una cosa così l’unica cosa da fare è cercare di dimostrare il contrario. Ce la metti tutta per smentirli”. Anche lei, qualche settimana fa si è cimentata con un salvataggio un po’ difficile. “Cominciava a bere – racconta Arianna –l’ho recuperato dall’acqua e l’ho portato al parco. Fortunatamente è andato tutto bene ma il mare è pericoloso”.
Il tema della pericolosità del mare emerge spesso parlando con queste ragazze che segnalano come le persone a volte siano incoscienti, e sottovalutino le loro capacità di gestirlo. “Molte persone si tuffano oppure vogliono fare il bagno anche quando vedono che il mare è agitato. Non bisogna mai spingersi oltre le proprie possibilità. Evitare di rischiare è la regola d’oro. C’è poi chi pensa che fare il bagno con le onde sia bello e divertente. E lo è. Ma non bisogna dimenticarsi dei pericoli che si nascondono dietro un’onda molto forte. È un attimo che ti trovi al largo”.
Mara Nicolò, invece è la classica bagnina che stà in spiaggia. Per lei non ci sono salvataggi (anche se il brevetto lo ha preso lo stesso) ma tante ore sulla sabbia, quelle sì!
32 anni, in spiaggia da 7, ha deciso di cominciare quest’avventura insieme al marito. Ex assistente dentista lei, ex idraulico lui, una bimba di un anno e mezzo che passa molto tempo con le nonne: “Ci siamo buttati e devo dire che, col senno di poi, è stata una bella scelta”. Lontani dal classico cliché del bagno che passa da una generazione all’altra, questo lavoro è stato una scelta. Nessuna esperienza sul campo, un aiuto dai genitori e il bagno 54 da gestire.
Il lavoro in questi anni è cambiato in meglio. Secondo Mara il merito è della scelta di tutte le spiagge vicine di essersi messi insieme (dal 47 al 62). “Adesso si lavora molto meglio. Mi ricordo che, ai primi tempi, c’era una concorrenza spietata. Adesso va molto meglio sia da questo punto di vista sia dal punto di vista logistico”. Basti pensare che, nel mio caso, ci siamo messi insieme 53, 54 e 55 e  abbiamo un punto reception comune. Inoltre insieme siamo riusciti a fare degli investimenti più grossi come il Boabay, per esempio. Poi anche a livello logistico è molto comodo anche per i clienti. I miei clienti, per esempio, si possono spostare da una parte all’altra e viceversa”.
In generale, Mara racconta che, l’arrivo del parco acquatico ha migliorato se sorti della loro spiaggia. Ci sono persone che al mattino vengono per fare il parco e poi al pomeriggio si fermano in spiaggia.
“È un lavoro bellissimo, sei a contatto con la natura e con le persone. Anche se, non posso nascondere, che è dura. Soprattutto per il fatto che è tutto concentrato in quei mesi. Tre, quattro mesi intensi nei quali tu lavori tutti i giorni dalla mattina alle sette alla sera alle otto”. 
13.30, abbiamo finito in tempi record. Tutte libere. Il tuffo per queste tipe da spiaggia è d’obbligo.

Angela De Rubeis