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Terapia del dolore: arriva una speranza

Malattia di Parkinson, morbo di Alzheimer, epilessie, depressione, disturbi ossessivo-compulsivi, dipendenze e tutta una serie di patologie dolorose legate a disturbi o complicazioni del sistema nervoso, a breve potranno avere una speranza di cura in più. Nei giorni scorsi, infatti, è stato presentato un progetto di ricerca sperimentale per il trattamento del dolore cronico complesso, che sarà possibile effettuare grazie alla nuovissima apparecchiatura per la stimolazione magnetica transcranica (TMS) donata, grazie alla raccolta fondi dell’Associazione Amici di Isal, al Centro specialistico di terapia del dolore, diretto dal professor William Raffaeli.
Professore, in cosa consiste la specificità di questo nuovo macchinario?
“Abbiamo una barriera nella cura del dolore centrale che colpisce dal 15 al 30% delle persone che hanno avuto un ictus o una lesione del sistema nervoso. È un dolore persistente anche dopo 3 anni, come ha dimostrato una nostra ricerca su 600 riminesi colpiti da ictus; questa macchina, che abbiamo solo noi e pochi altri centri in Europa, è l’unica che sembra offrire un’opportunità di cura”.
Ci parli di questa apparecchiatura.
“È un macchinario in grado di applicare i principi dell’optogenetica, una tecnica che si avvale di biologia molecolare e della stimolazione laser, per attivare o inibire gruppi scelti di cellule cerebrali”.
Come può essere utile l’optogenetica per il trattamento del dolore?
“Il dolore è trasmesso da vie nervose e codificato da aree cerebrali. Il controllo dell’attività di queste aree o vie nervose potrebbe essere un metodo per ridurre le sindromi dolorose che non trovano altre cure”.

Da Rimini all’America
Straordinari risultati sono stati raggiunti anche da Antonello Bonci, Direttore scientifico del National Institute on Drugs Abuse e Docente all’Università di San Francisco nonchè membro del Comitato Scientifico della Fondazione Isal per la ricerca sul dolore. Riminese, Bonci lavora negli Stati Uniti da 13 anni. Ora, grazie al progetto sperimentale e all’aggiunta di questa apparecchiatura, le sue conoscenze scientifiche potranno trovare applicazione anche in Italia.
“William Raffaeli – dice Bonci – è stato lungimirante nel dotarsi di un’apparecchiatura come la TMS. Negli Stati Uniti stiamo avviando proprio ora una nuova sperimentazione. Da un punto di vista clinico, l’optogenetica potrebbe essere applicata in futuro, per la cura del dolore, in malattie come il Parkinson, l’Alzheimer, epilessie, depressione, disturbi ossessivo-compulsivi, dipendenze e tanto altro”.
L’apparecchiatura, il cui valore è di circa 75mila euro, è stata donata, ma dove sono stati reperiti i fondi?
“La raccolta dei fondi è durata oltre 2 anni – interviene Franco Stefani, presidente dell’Associazione Isal – insieme ad amici e volontari ho organizzato di tutto, dalle cene di solidarietà, ai concerti, dagli spettacoli, alle gare podistiche, tornei di Burraco e banchetti. È stato un lavoro capillare, quotidiano molto impegnativo e giorno dopo giorno, abbiamo raccolto piccole e grandi cifre dalla cittadinanza, da amici, imprenditori, una banca, i Lions. Certo, abbiamo avuto momenti di sconforto, ma ora sono davvero contento che siamo riusciti a raggiungere lo scopo!”.

Laura Prelati Carboni