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Telemarketing, come difendersi

TELEMARKETING

Di solito arrivano all’ora di pranzo o di cena. Tu sei lì pronto a mettere in bocca la prima forchettata e… drin drin, il telefono squilla con insistenza. Ti alzi, rispondi e vieni letteralmente investito da un fiume di parole che fai fatica a capire. Proposte inesistenti, offerte che si attivano da sole, e risposte sgarbate al “no, guardi, non mi interessa”. È il fenomeno del telemarketing, o teleselling, che in questi ultimi anni è diventata una vera e propria piaga. Tanto che nel 2010 con Decreto del Presidente della Repubblica numero 178° venne creato il «Registro delle Opposizioni». Per chi ancora non ne fosse a conoscenza, si tratta di un servizio concepito a tutela del cittadino, il cui numero è presente negli elenchi telefonici pubblici, che decide di non voler più ricevere telefonate per scopi commerciali o di ricerche di mercato. Insomma, lo scopo era: tu ti… registri e nessuno ti chiama più mentre sei seduto a tavola o stai parlando con i figli. L’uso del condizionale, però, non è a caso perché in realtà il Registro non è servito a molto.
“In verità non sempre è colpa di una condotta spregiudicata dell’azienda promotrice – spiega l’avvocato di Federconsumatori Enrica Tosi, intervenuta alla trasmissione di IcaroTv «Giustizia, Bene Comune» – spesso è il consumatore ad aver prestato il consenso senza rendersene conto: sottoscrivendo una fidelity card, compilando un prestampato di raccolta punti, registrandosi ad un sito on line o sottoscrivendo un contratto per la fornitura di un servizio. Tutti casi in cui ci si trova di fronte alla scelta di prestare o meno il consenso al trattamento dei dati sensibili”.
E chi, almeno una volta, non ha partecipato a qualche concorso? Ma allora, come ci si puo tutelare?
“Se abbiamo una linea telefonica fissa rimane valido il Registro delle Opposizioni. Le aziende sono tenute a garantire la presentazione dell’identificazione della linea chiamante e a fornire all’utente un’informativa, anche in forma breve e semplificata, che evidenzi in particolare l’origine dei dati e la possibilità e le modalità di iscrizione nel registro per opporsi a futuri contatti: se non lo fanno si può chiedere da quale elenco hanno attinto il nostro numero così da procedere alla cancellazione dall’elenco stesso; se non lo fanno è possibile appuntarsi il nome dell’azienda che ci sta contattando (o per conto di chi ci sta contattando) e segnalare direttamente alla sede legale e all’antitrust il comportamento scorretto. Altra via da seguire è quella di leggere sempre a quale tipo di attività stiamo prestando il consenso in sede di firma o di «flag» se siamo collegati ad un sito internet. Il Codice della Privacy prevede addirittura la possibilità di manifestare la volontà di revocare il consenso ad essere contattati per attività di promozione telefonica durante la telefonata stessa. Per le utenze mobili esistono applicazioni che identificano il numero di telefono dell’azienda, mostrandolo prima di rispondere alla chiamata, in modo da farci decidere se rispondere o meno”.
Insomma, le possibilità non mancano. Chissà che finalmente si possa tornare a mangiare in pace.

Lucia Genestreti