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Tarpare le ali alla paura di volare

Viaggiare sì ma con le ali. Si vola per lavoro, per vacanza o per andare a trovare amici e parenti in altri Paesi. Viaggiare in aereo è diventato un aspetto importante della vita di molte persone. Ma a tanti che considerano l’aereo il mezzo più comodo e veloce per raggiungere una qualsiasi meta, fa riscontro il 53% degli italiani che ha paura di volare e di questi più di un terzo soffre di una vera e propria fobia.
Per aiutare chi vive questa “limitazione”, l’aeroporto di Rimini “Fellini” spiega le ali al progetto “Paura di volare? No problem”, otto incontri (più pre-selezione e presentazione) per superare la fobia del volo. Quello riminese, pronto a decollare con lo studio Sophia Consulting di Forlì e in collaborazione con Wind Jet e la Asp di Palermo, al suo esordio l’anno scorso a Forlì si è concluso con il 100% di successi. “I trenta partecipanti che hanno portato a termine il percorso – assicurano dalla Sophia – hanno volato e la maggior parte di loro sono diventati frequenti flyer”. A Rimini sono già una ventina gli iscritti al corso, arrivano anche da Bologna e Fano con l’obiettivo comune di superare la fobia. Perché si preferisce stare con i piedi piantati per terra? “La paura di volare è un disturbo multifunzionale: – assicura la dottoressa Elena Rustignoli, la psicoterapeuta dello Studio Sophia responsabile del progetto e del trattamento terapeutico che verrà praticato al “Fellini” – lutto, ansia da separazione, paura dell’ignoto, terrore dell’altezza, claustrofobia”. Si manifesta in forme più o meno lievi: c’è infatti chi vola con disagio, chi sale su un aereo solo previa somministrazione di ansiolitici e chi addirittura sul veivolo non ci mette mai piede. La riminese Simona, ad esempio, dopo un volo in Spagna condito da una turbolenza e una lunga attesa a Malpensa, si è rifiutata di salire sull’aereo destinazione Santo Domingo. A nulla sono valsi i tentativi di hostess, pilota e amiche. “Sono consapevole di voler viaggiare e di non riuscire a farlo”. Persone come Simona al “Fellini” potranno allenarsi per circa tre mesi tra incontri terapeutici, simulazioni di volo e incontri con il personale di bordo. Fino al battesimo del volo, andata e ritorno su un volo di linea. Per decollare nella vita.

Paolo Guiducci