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Eco turismo – Sull’onda del green

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Eco turismo – Torniamo a parlare di turismo sostenibile. L’annoso problema della sostenibilità ambientale del settore economico più importante della Riviera torna ciclicamente come il cambio dell’armadio. Quello che sappiamo con certezza è che puntare al green sarebbe cosa buona e giusta; l’altra certezza è che a frenare l’avanzata ambientalista ci sono i costi degli investimenti.
Queste le premesse, i risultati sono altra cosa. Il mercato turistico degli ultimi anni, infatti, ha parlato chiaro, premiando gli operatori del settore che hanno optato per scelte sostenibili. Il virtuosismo green è stato in primo luogo una scelta di mercato, sono stati gli utenti, infatti, i primi a dimostrare un interesse verso un certo tipo di prodotto turistico; la classica formula economica della domanda e dell’offerta si è declinata in questo caso in chiave di sostenibilità ambientale.
Nel 2015 il portale turistico più importante del mondo (Tripadvisor) ha raccolto i dati dei suoi utenti tirando fuori dei numeri a dir poco straordinari: 1 italiano su 3 (il 34% degli utenti indagati) ha dichiarato di avere in programma di fare una vacanza eco-responsabile. I turisti del web – stando a questi dati – orienterebbero le scelte in base ad alcune informazioni molto pratiche come il rispetto di un programma di riutilizzo degli asciugamani e della biancheria da letto (addirittura il 71% degli utenti verifica questo fattore).
E Rimini, riesce a cavalcare l’ondata green?
Abbiamo intervistato Maurizio Mussoni, ricercatore di economia politica presso l’Università di Bologna, Campus di Rimini, esperto di economia del turismo.

Professor Mussoni, può farci un quadro del turismo sostenibile in Riviera?
“Rimini si caratterizza per un prodotto turistico che si trova in fase di maturità. In poche parole, da tanti anni il prodotto si ripete e viene riprodotto nelle stesse modalità. Quelli della maturità sono prodotti che hanno come fase successiva quella del declino. Se si vuole evitare questo aspetto e passare dalla fase della maturità ad una nuova fase di sviluppo è necessaria l’innovazione.

Che tipo di innovazione?
“L’innovazione più importante nel settore turistico, di cui si sta tanto parlando, e che si sta sperimentando in molti paesi nel mondo, è proprio la sostenibilità ambientale. L’idea è quella di proporre una forma di turismo che faccia dell’ambiente, e della leva ambientale, non solo un elemento di accompagnamento ma un elemento portante della strategia di sviluppo”.

Come si inserisce Rimini in tutto questo?
“Rimini è una realtà che ha particolarmente bisogno di tutto questo. Ossia, di una nuova innovazione, un’innovazione che tecnicamente viene definita «di processo».  Infatti esistono due tipi di innovazione: l’innovazione «di prodotto» e l’innovazione «di processo». L’innovazione di prodotto modifica qualche caratteristica del prodotto turistico; l’innovazione di processo invece consiste nel creare modelli di sviluppo nuovi. Che aprano strade nuove. Una strada possibile è questa del turismo sostenibile”.

Rimini ha puntato al Parco del Mare, lei ritiene che questo progetto sia idoneo a fare un cambiamento «di processo» come lo ha appena definito?
“Direi proprio di si. Una delle caratteristiche più importanti del turismo riminese è il suo lungomare. Un lungomare che è lo stesso da 40, forse 50 anni o di più. Che fosse arrivato il momento di cambiare lo hanno capito tutti, in primis gli «attori» del turismo del territorio. Il Parco del Mare è un progetto molto importante perché fa leva proprio su questo: sul trasformare il lungomare in un enorme parco naturale, una fascia di verde che si frapporrebbe tra l’area degli alberghi e la spiaggia e che darebbe un respiro nuovo”.

Un polmone verde tra spiaggia e hotel…
“Sì, sarebbe proprio un enorme polmone verde, che potrebbe davvero rappresentare quell’innovazione di processo di cui parlavo prima.

Professore, parliamo di pro e contro della sostenibilità ambientale, dal punto di vista dell’impatto economico…
“Le presenze e gli arrivi indicano i flussi turistici. A Rimini, da alcuni anni, questi flussi sono stabili e – in alcuni casi – leggermente in declino. Creare un turismo che si basi su nuovi stimoli, il più importante dei quali potrebbe essere proprio l’ambiente, consentendo il rilancio di flussi turistici. Si potrebbe creare una nuova immagine di Rimini, e questa potrebbe attirare nuovi turisti e di conseguenza avere una ricaduta economica positiva, anche i tutti i piccoli esercizi commerciali che vivono di turismo”.

Investire sull’ambiente, avrà un ritorno dal punto di vista economico, oltre che in termini di salute, di bellezza del paesaggio…
“Sì, scusate la deformazione ma io sono un economista del turismo per cui sottolineo molto gli aspetti economici. Gli aspetti sociologici, ecologici, di benessere, sono anch’essi molto importanti, ma se ci concentriamo sulla ricaduta economica diciamo che la creazione di questa nuova molla di sviluppo per Rimini, basata tutta sul green, che si affianca al mare che è il cuore del turismo cittadino…potrebbe avere un forte impatto economico”.

Angela De Rubeis