Home La Settimana Sulla piscina un’onda demolitrice

Sulla piscina un’onda demolitrice

E’bufera sulla vecchia piscina olimpionica che la maggioranza della segreteria del Pd intende demolire. Sull’onda della nuova scelta si è riorganizzato il comitato che aveva già raccolto 3.000 firme. Contro l’ennesimo scempio si oppone il presidente della Polisportiva Massimo Pironi “allibito per l’atteggiamento del Pd”. Anche perché la scorsa settimana ha firmato un accordo con l’Università, per portare a Riccione varie iniziative collegate con il corso di Attività motorie. C’è dell’altro. Documenti alla mano Pironi mostra il progetto di recupero del vecchio Stadio del Nuoto consegnato al sindaco il giorno prima che si riunisse la segreteria. Per la ristrutturazione sarebbero bastati 420mila euro “ma è stato ignorato”, lamenta.
Contrario alla scelta del suo partito anche l’assessore allo Sport Alessandro Casadei, e addirittura un terzo della segreteria allargata, riunita in fretta, via mail, tre ore prima dell’incontro dal segretario Sauro Tonti. Tant’è che né Casadei (come conferma lui stesso), né i suoi colleghi Vescovi e Galli hanno potuto essere presenti.
Di fronte all’incalzare degli eventi ha fatto dietro front anche il sindaco Imola che, comunque ha espresso voto contrario, come i consiglieri comunali Guiducci e Tamagnini (astenuto Chicco Angelini), nonché Valentini, Pesaresi, Fabbri e l’assessore Francesco Cavalli, membri della segreteria. Assente per altri impegni il suo collega dello Sport Casadei.
Contro la demolizione della piscina sono insorti pure gran parte dei comitati d’area e le categorie economiche, compreso Confcommercio e Associazione Albergatori. Così pure i socialisti, il presidente della Fin Paolo Barelli e la segreteria riminese della Uil.

Piscina Story
Il 30 gennaio 2003 il sindaco Daniele Imola con la società temporanea di imprese Edil Valmarecchia e Cooperativa muratori di Verucchio, di fronte al notaio Francesco Colucci, firma il contratto per la nuova piscina olimpionica. Costo: 8 milioni di euro. I lavori sono in corso da un mese. Nel luglio 2003 i costi di costruzione lievitano di un milione e 700mila euro, per via di alcune strutture minori tra cui il tetto della piscina in rame, i rivestimenti interni in mattonelle, anziché in plastica, e il manto sintetico del vicino campo di calcio che da solo costa 500mila euro. Così ai 5.000 metri quadri se ne aggiungono altri 1.000. In agosto la delibera, approvata solo da 16 consiglieri (astenuto Lele Montanari e contraria l’opposizione) spacca la maggioranza e anche gli uomini della Margherita che poi si allineano. Si pensa di costruire le case nell’ex pista di Bmx. In dicembre però la scelta passa sul lotto comunale di 9.600 metri quadri tra le vie Carpi, Novellara e Montebianco, dove si vogliono costruire sei palazzine con circa 96 appartamenti distribuiti su corpi sfalsati, fino al quarto piano, parcheggi interrati e a raso. Rispetto alla soluzione iniziale che prevedeva un’unica edificazione sulle ceneri del vecchio stadio del nuoto, si aggiungono 3.000 mq, ma scompaiono i 1.500 di negozi, con successiva insurrezione delle categorie economiche.
Per gli appartamenti, si prevede una superficie utile di 7.800 mq, tra vialetti e verde esteso su 4.200 mq. L’isolato di 12mila mq comprende anche il parcheggio pubblico con 63 posti auto. Gli interrati che fanno invece parte del fabbricato saranno 98. Intorno scorrerà la strada con rotonda per l’incrocio principale.
L’opposizione, in particolare Wilma Delbianco (allora in Rifondazione Comunista) fa una botta di conti e tuona: “I 100 appartamenti su 7.800 mq produrranno un giro d’affari da 20 milioni di euro (mentre la piscina ne costerà 10 milioni ndr)”. Monta la rivolta dei residenti contro l’edificazione in via Novellara. Si presentano intanto proposte alternative, come la cessione della vecchia scuola elementare di San Lorenzo e un lotto di fronte alla pineta, sotto la Statale.
Il consigliere Lele Montanari (Rinascita per Riccione) intanto spedisce alla Procura di Bologna un esposto: denuncia contro il sindaco Daniele Imola e “nei confronti di tutti coloro che direttamente hanno concorso a produrre un rilevante danno erariale al Comune e alla città”.

2004. Ma nell’aprile 2004 in consiglio comunale la maggioranza zoppa delibera la demolizione della vecchia piscina. La nuova piscina sarà ripagata con 11.000 metri quadri di superficie, di cui 7.000 edificabili. Comprendono l’area del vecchio Stadio del nuoto e i parcheggi sulle vie Emilia e Monte Rosa. Vale a dire 4.000 mq in più rispetto la proposta iniziale, approvata da un precedente consiglio che prevedeva 5.000 mq, da destinare al fabbricato con appartamenti, uffici e negozi, e 2.000 di parcheggio.
Nuova insurrezione dei riccionesi contro l’arrivo del cemento sul vecchio stadio del nuoto. Tutti ricordano che quel terreno fu donato dalla parrocchia di San Lorenzo per costruire un centro sportivo e non condomini. Mentre la famiglia Nicoletti, parente dell’Italo che ha dato nome al centro sportivo raccoglie 3.000 firme per tenerla in piedi.
A fine ottobre anche la Provincia chiede di preservare l’area sportiva dalla colata di cemento. Esplicita la richiesta nel documento inviato in Comune, alla vigilia del consiglio comunale che a fine ottobre ha messo in votazione il piano e la variante cartografica del vecchio stadio del nuoto.

2005. Per scongiurare la demolizione della piscina nel 2005 si comincia a pensare di trasferire parte delle superfici sulla collina nell’area Palazzetti. Ma anche in questo caso i residenti protestano a suon di petizioni ed esposti.

2007 Nel 2007 il Comune ormai deciso a sbarcare in collina chiede ai costruttori di riappropriarsi della piscina. Che secondo la delibera del consiglio comunale dovrebbe servire al pattinaggio. Che intanto però si progetta ex novo di fianco al pattinodromo destinato a sparire per costruirci sopra il Palazzetto dello sport.
Nonostante le minacce di ricorso alla Corte dei Conti e le dure accuse dell’opposizione e di parte dei partiti di maggioranza, si torna in consiglio, ma le votazioni sulle tre pratiche relative alla contropartita vengono annullate e riproposte in una successiva seduta, perché il 18 maggio si doveva votare solo la perizia dei terreni, oggetto di scambio, invece, senza preavviso viene sottoposto a votazione anche il piano particolareggiato del Colle dei pini. A fine giugno, nel 2007, il consiglio comunale con quindici voti favorevoli e undici contrari, approvata la costruzione delle diciassette ville con ampi giardini e cantinette interrata sul Colle dei Pini. È in funzione di questo che si vara pure la criticatissima operazione “Palazzetti”, altra diatriba durata vent’anni. Intanto in via Emilia e in via Monterosa, su due parcheggi pubblici alberati, sono già sorti due palazzoni di cemento.
Ultimo atto è il veto che la Provincia ha posto sullo spreco di tanto terreno in collina e la contrarietà del dirigente Guglielmo Zaffagnini a procedere con indici di edificabilità errati. Tra le fila del Pd, si medita il ritorno alla vecchia piscina che Imola in pubblico, prima del voto delle scorse amministrative, aveva promesso ai riccionesi di non demolire.

Nives Concolino