Home Attualita Studio, mi diplomo, e poi… cosa farò?

Studio, mi diplomo, e poi… cosa farò?

S>erena frequenta l’ultimo anno di ragioneria e spera di trovare un “buon lavoro” dopo il diploma “altrimenti mi iscrivo all’università” racconta con voce timida. Abita a Misano, ha diciotto anni, capelli biondi e idee poco chiare sul futuro.
Ivan è russo e di anni ne ha qualcuno in più. Lui è già un lavoratore nel settore alberghiero. È un cuoco ma da quando è divenuto vegetariano per lui la strada si è fatta difficile. “Vorrei ripensare il mio futuro professionale – dice – ma non so come, per questo sto valutando l’ipotesi di frequentare dei corsi oppure l’università”.
Il dilemma “cosa farò da grande” riguarda dunque tutte le età, ma sono soprattutto i giovani alle soglie del diploma a interrogarsi su cosa fare dopo. Per questo motivo, recentemente, la Provincia di Rimini ha creato una guida on line rivolta alla scelta post diploma (guidapostdiploma.riminimpiego.it). “Uno strumento che da tempo ci veniva richiesto – spiega Luca Drudi, consulente del Centro per l’impiego di Rimini – soprattutto dalla scuola. Gli strumenti per orientare i ragazzi sono tanti ma si trattava di raggrupparli in un unico sito. Meglio ancora se in formato elettronico visto che in questo modo è aggiornabile e allo stesso tempo si risparmia il costo della pubblicazione cartacea”.

Dalla vostra esperienza quali sono gli elementi che il giovane deve tener presente prima di scegliere cosa fare dopo il diploma?
“In un mercato del lavoro che cambia continuamente, come quello attuale, le competenze sono importanti. Non parliamo solo di quelle acquisite grazie alla scuola o al lavoro, ma è fondamentale anche fare esperienze diverse, come scambi culturali all’estero, volontariato, ecc. La cosa più importante però è essere consapevoli delle proprie attitudini, porsi un obiettivo da raggiungere e portarlo avanti nel tempo. Obiettivo che sarà di volta in volta modificabile a seconda dei mutamenti del contesto lavorativo”.
Un giovane oggi, che voglia continuare a studiare o lavorare, ha la strada tutta in salita: molte università sono a numero chiuso e, spesso, i candidati per un posto di lavoro sono tanti.
“Questo è vero però non bisogna scoraggiarsi: mai come in questo periodo storico il giovane ha così tante possibilità di formarsi e crescere. Pensiamo alla ricchezza formativa a livello universitario o anche solo di formazione professionale, ai tirocini, alle forme di volontariato. È anche vero che al giovane oggi è richiesta una maggiore flessibilità nel valutare le possibilità e nell’essere disponibile, senza escludere la possibilità di recarsi all’estero per trovare lavoro”.
Quali consigli dare riguardo al mercato del lavoro? Quali sono le professioni più richieste?
“Un tempo le qualifiche medie erano le più richieste sia che si parlasse di impiegati che di operai. Oggi c’è saturazione anche in questi campi. Vi sono storie di successo in persone che si sono inventate un percorso, partendo da una capacità personale e acquisendo magari una competenza specifica in campo informatico. Un esempio potrebbe essere quello di chi ha creato nuovi strumenti di marketing tramite i socialnetwork oppure ha studiato particolari linguaggi informatici unendoli a una passione personale. È vero che nel nostro territorio il turismo assorbe la maggior parte di manodopera, ma è anche vero che non può da solo assorbirla tutta”.

Silvia Ambrosini