Home Cinecittà CINECITTA’ – Una storia che scava un posto nel cuore

CINECITTA’ – Una storia che scava un posto nel cuore

 

Per Srinivasa Ramanujan i numeri sono molto più di semplici cifre. Al matematico indiano che agitò le acque stagnanti della paludosa classe docente del Trinity College di Cambridge, autore di teorie matematiche oggi prassi per lo studio dei buchi neri, è dedicato il film di Matt Brown, racconto lineare e ben impaginato sulle umili origini dell’uomo dei numeri (è il lanciato e giovane attore indiano Dev Patel) che proviene dalla città di Madras e viene invitato tra il gotha della matematica britannica dal professor Hardy (lo interpreta in adeguato stile Jeremy Irons). Per Ramanujan la mancanza di istruzione, lo status di povertà, la diversità di razza e la cocciutaggine nel non voler affrontare le dimostrazioni richieste, rappresentano handicap di non poco conto, con la Prima Guerra Mondiale a furoreggiare. A Cambridge si scontrano le menti (a sostenere la linea del prof. Hardy c’è pure l’amico Bertrand Russell che nel film è Jeremy Northam) e si diversificano le opinioni verso questo giovanotto (che in patria ha una moglie e una madre ipertradizionalista) geniale con le cifre quanto tormentato dalla solitudine, dalla difficoltà di ambientazione e dall’ansia di non riuscire a farsi pubblicare le intuitive ricerche.
L’uomo che vide l’infinito (nel cast sfoggia anche l’esordiente Devika Bhise, la moglie di Ramanujan) non è solo un balletto di cifre ma un elegante e composto racconto di uomini accomunati dalla stessa sete di conoscenza verso i misteri dell’universo, ma divisi da sentimenti religiosi contrastanti (Hardy ateo, Ramanujan devoto alle divinità del suo paese) che in menti così intelligenti arrivano ad un decisivo punto di contatto, pur nel rispetto delle reciproche posizioni, per incrociarsi sulle strade del sapere.

Il Cinecittà di Paolo Pagliarani