Home Attualita Speranze e problemi della “parrocchia” cattolica ucraina

Speranze e problemi della “parrocchia” cattolica ucraina

Il 15 ottobre la comunità ucraina del “Patrocinio della Madre di Dio” ha celebrato il 15° anniversario della sua presenza a Rimini. La Divina Liturgia è stata presieduta da mons. Dionisio Lachovicz, Visitatore Apostolico per i fedeli ucraini greco-cattolici in Italia.

All’inizio della celebrazione liturgica il vescovo Dionisio è stato accolto con affetto dai bambini ucraini e dal cappellano della comunità don Viktor Dvykalyuk.
Durante la Liturgia il Vescovo ha condiviso i suoi pensieri in occasione della festa: “Ciò che stiamo vivendo è la festa della protezione della Beata Vergine Maria che con la sua intercessione accompagna tutti noi alla salvezza. Questa è anche la festa del suo grande amore materno perchè lei è anche la nostra madre celeste”.
Durante la celebrazione, due giovani parrocchiani, Jaroslav e Maria, hanno ricevuto il sacramento della Prima Comunione. Alla fine della Liturgia hanno portato il proprio saluto e augurio il vescovo di Rimini mons. Francesco Lambiasi e don Renzo Gradara, direttore di Migrantes e Caritas diocesana.
La festa si è conclusa con il concerto preparato dai bambini della scuola catechistica e la condivisione del pranzo.

Come è nata la comunità ucraina riminese.
Nella primavera del 2002 è stata celebrata a Rimini la prima Liturgia divina per i migranti ucraini. Chi è stato l’iniziatore, il missionario e il primo pastore? È stato don Renzo Gradara, responsabile dei migranti nella diocesi di Rimini che accoglieva credenti a Rimini, specialmente gli ucraini presso la fermata dove agli autobus arrivarono dall’Ucraina e gli ucraini si raccoglievano. Proprio lì don Renzo andava e informava gli ucraini sulla possibilità di organizzare la comunità e dare una Chiesa per il culto nella propria lingua ucraina, favorendo anche l’arrivo dei sacerdoti ucraini. Inoltre, con l’aiuto di don Renzo è stata creata presso la comunità l’associazione “Speranza”, che aveva il compito di aiutare a risolvere diversi problemi sociali degli immigrati appena arrivati e anche rappresentare attività degli ucraini a livello locare. Inoltre, la Caritas diocesana ha fornito tutte le opportunità per l’aggregazione degli ucraini: saloni per le feste e anniversari, così come il refettorio comune per il pranzo alla fine della celebrazione.

All’inizio le celebrazioni si facevano una volta al mese e nei giorni delle grandi Festività (Natale, Pasqua, Trasfigurazione, la Pentecoste), perché i sacerdoti dovevano venire a Roma. I primi sacerdoti erano i Padri Basiliani, e successivamente gli studenti sacerdoti. Nel 2011, con la benedizione del Vescovo Dionisio (Lachovicz), Visitatore Apostolico per gli ucraini in Italia e Spagna con il consenso del coordinatore don Marco Semehen, è stato accettato e nominato dal vescovo Francesco Lambiasi in accordo con vescovi di Ravenna e San Marino, don Viktor Dvykalyuk, per una migliore assistenza dei fedeli ucraini.
La messa in lingua ucraina e rito greco-cattolico viene celebrata nella chiesa Madonna della Scala ogni giovedì e domenica alle ore 14. Prima della messa c’è un tempo per la preghiera e la confessione. Subito dopo, invece, gli adulti si fermano per un po’ di catechesi sulla vita cristiana.

A Rimini partecipano mediamente 120 persone tra madri e loro figli, ma a Natale si arriva anche a 300/400 persone. È una comunità formata in massima parte da donne e bambini.
Uno dei compiti principali oltre alla organizzazione della comunità, è l’educazione degli immigrati, in particolare giovani e famiglie. Così, il 1° novembre 2015, nel giorno di Tutti Santi, è stata aperta la scuola catechistica, e nel 2016 la scuola ucraina, dove i giovani possono imparare sia la lingua ucraina che la storia e le tradizioni del loro paese d’origine.

Il problema principale per la vita comunitaria è il tempo: le donne sono libere dal lavoro dalle 14 alle 16 e quindi è difficile organizzare la vita della comunità. Ma i maggiori problemi derivano dalla loro condizione sociale. Vi sono molte crisi familiari dovute alla distanza. Si riuniscono alla famiglia rimasta in Ukraina, quando va bene una volta all’anno. La convenienza economica e la necessità di regolarizzare la loro situazione produce molti divorzi, separazioni e convivenze. È difficile per loro tradurre la fede e la partecipazione alla vita liturgica in una vita cristiana coerente.

Cesare Giorgetti