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Sole, cuore e amore sono scesi in Campo

Ve lo ricordate quel vecchio tormentone estivo di qualche anno fa? Cantava dammi tre parole: sole, cuore e amore… Beh, sembra che al Campo Lavoro Missionario, lo abbiano intonato in tanti. In migliaia. Tanto che Qualcuno li ha accontentati. Perché di sole ce ne è stato tanto, il cuore ha pulsato come non mai e l’amore che è stato riversato dentro e fuori il grande parcheggio dell’ex mercato ortofrutticolo, è stato sconfinato.
“Anche se è presto per un bilancio definitivo – dicono dal Campo – secondo le prime impressioni siamo vicini ai numeri record dell’anno scorso”. Sicuramente non è cambiata la folla che sempre numerosissima ha invaso i quattro centri di raccolta. Ovunque le vendite ai mercatini dell’usato sono andate alla grande, con un incasso stimato di circa 70 mila euro.Un Campo che in questa edizione numero 32 è stato anche meno stressante.
“Merito delle parrocchie che si sono fatte carico di allestire un punto di raccolta sul proprio territorio, evitando richieste a pioggia al Campo centrale”.
Ovunque, come da tradizione, sono state programmate iniziative collaterali. Le mense per sfamare i sudati volontari: 200 persone a Bellaria nel pranzo di domenica, altrettante a Riccione, compresi i genitori di padre Luca Torsani, missionario in Burundi. Mensa aperta anche a Rimini (grazie ai provetti cuochi di San Raffaele) e Villa Verucchio. Così come non sono mancati gli eventi: cabaret a Riccione il sabato sera; i “Blues Brothers” a Bellaria, poi i collegamenti Skype con i missionari riminesi nel mondo; i laboratori di recupero per bambini (sempre a Riccione) e poi gli episodi curiosi che, come ogni anno, non mancano mai. Dalla volontaria bellariese che si era portata dietro le pantofole di ricambio ma poi gliele hanno vendute. Dal bambino che a Riccione ha trovato un uccellino impaurito e, per non farlo mangiare dai gatti, l’ha chiuso in una gabbietta raccolta in mezzo al ferro; allo scherzo dei buontemponi bellariesi che hanno regalato un paio di scarponi da sci a un ragazzo senegalese. Fino alla marea di improbabili oggetti arrivati a Rimini: una canoa gialla al suo terzo rientro al Campo, una cassaforte in ferro venduta per 200 euro, un violino, una tenda da tetto per auto (50 euro) e per fino una macchinetta delle suore per la preparazione di ostie.

Francesco Barone