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Slot machine, l’azzardo corre in stazione

Stazione di Rimini e sala slot, atto secondo. Dopo l’inchiesta pubblicata su il Ponte della scorsa settimana (“Vietato l’ingresso ai minori di 18 anni”: benvenuti a Rimini!, n. 4/2012, pag. 7) torniamo sull’argomento per fare un po’ di chiarezza sull’apertura di una sala con slot machine nei locali situati sul lato frontale della stazione, sulle cui vetrate campeggia il (futuro) divieto di accesso ai minori. Inutile dirlo: quei cartelli hanno suscitato molta curiosità non solo tra i passanti e i frequentatori della stazione, ma anche tra gli operatori. La voce, insomma, gira, e non da poco tempo.
Il 9 agosto scorso il consigliere comunale del Pdl Gioenzo Renzi ha fatto presente la cosa a Sindaco e Giunta con un’interrogazione su diverse problematiche relative alla stazione: gli elevati canoni di locazione, il fatto che per creare le varie attività commerciali fossero stati eliminati l’atrio centrale e le sale di attesa e, tra i vari spunti, anche i lavori nei vecchi locali adibiti a bar-pizzeria “per destinare la parte prevalente a sala giochi con slot machine”.
Il Sindaco Gnassi aveva risposto che fino a quel momento non risultavano richieste di questo tipo allo Sportello comunale delle imprese, l’ufficio – per intenderci – deputato al rilascio delle autorizzazioni a chi vuole aprire sul territorio una nuova attività.
Oggi in stazione ha aperto una tigelleria con prodotti tipici emiliani, mentre la sala slot continua ad essere un mistero. Dallo Sportello imprese del Comune di Rimini precisano che sono di loro competenza solo le sale giochi mentre per quanto riguarda attività di videolottery con slot machine, vietate ai minori, il rilascio delle dovute autorizzazioni spetta in parte all’Ufficio di Polizia Amministrativa della Questura di Rimini (ad esempio, per gli accertamenti sull’idoneità personale dei richiedenti e dei locali) e in parte all’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (per altri aspetti più operativi come il numero e la tipologia degli apparecchi). Da entrambi gli uffici, però, la risposta è la stessa: non c’è ancora nessuna richiesta formale per l’apertura di una sala slot alla stazione di Rimini, “ma persone che vengono ad informarsi sì…”.
Chiediamo direttamente a Centostazioni Spa, la società controllata da Ferrovie dello Stato (per il 60%), incaricata di valorizzare e gestire gli immobili delle stazioni italiane, da un valore di oltre 500mila metri quadrati. A Rimini la società stima un flusso di circa 5 milioni di frequentatori l’anno per un reddito totale di 97 milioni di euro e un consumo potenziale di 86 milioni.
Da Centostazioni arriva la conferma che “nell’ambito dell’offerta commerciale della stazione di Rimini è prevista anche una sala slot”. È ancora presto però per dare informazioni circa il periodo di apertura, “in quanto risultano in corso adempimenti autorizzativi con gli enti competenti”. E le regole, quali sono? Quelle del libero mercato anche per le sale slot?
La concretizzazione delle aperture commerciali – aggiungono da Centostazioni – viene determinata, di volta in volta, in base alla verifica della autorizzabilità da parte degli enti preposti, alla scelta di locali adeguati tenendo conto sia del bacino di utenza che delle esigenze dei clienti e degli operatori sul territorio. La categoria entertainment (sale giochi) è considerata alla stessa stregua delle altre e viene prevista e autorizzata nel rispetto delle regole e dell’iter di regolarizzazione da parte degli enti preposti, secondo la normativa vigente”.
C’è di più. Nel 2009 Centostazioni aveva firmato un accordo con Lottomatica Videolot Rete “per l’apertura di sale giochi all’interno delle stazioni del network”. Tra gli obiettivi, l’offerta di “possibilità innovative di intrattenimento e tempo libero per gli utenti delle stazioni cogliendo nel contempo l’opportunità rappresentata dall’introduzione delle nuove Videolottery, da affiancare alle tradizionali slot machine in spazi dedicati”. Da Centostazioni ci dicono però che l’accordo non vale più e che nel caso di Rimini si tratta di una singola iniziativa.
Intanto sappiamo che la sala “pilota” alla stazione di Savona non è stata troppo gradita, anzi. L’ex ministro Claudio Scajola che aveva partecipato alla cerimonia di inaugurazione del restyling della struttura aveva detto senza troppi peli sulla lingua:“Non mi piace. Non ritengo che il gioco sia educativo. Un mio caro amico per il gioco d’azzardo ci è morto”. “È un esercizio commerciale come un altro – avrebbe risposto l’Ad di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti – noi abbiamo destinato quegli spazi al commercio ma poi sono stati i privati a farsi avanti”. Diverse proteste si sono sollevate anche a Pistoia (la notizia di un’apertura contrastata risale a marzo 2011), Como e a Treviso dove, pare, il progetto non si farà più.

Alessandra Leardini