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Settimane di pace e riconciliazione

Tutto è cominciato con un colloquio con il Vescovo mons. Francesco Lambiasi in visita alla nostra Mensa Opera S. Antonio. Poche parole sulla nostra disponibilità ad offrire una presenza missionaria francescana nelle parrocchie della diocesi di Rimini con la tematica di “Settimane di pace e di riconciliazione”, e il Vescovo ha capito l’importanza dell’offerta. Poi un incontro con il Vicario generale e dopo pochi giorni una telefonata dalla parrocchia di Viserba Mare per una missione francescana di pace e di riconciliazione.
Sono seguiti una serie di contatti con il parroco e il consiglio parrocchiale per definire ogni cosa e alla fine il piano operativo, che nasceva dall’incontro armonico tra le richieste della parrocchia e la nostra identità di francescani. Il piano missionario consisteva nella visita alle case secondo i vari rioni della parrocchia, che conta nel suo territorio 3800 persone, con una convocazione alla sera, ore 20,30, in un determinato locale di ogni singolo rione. Ogni giorno un rione. L’incontro prevedeva la recita di una parte del rosario poi la Celebrazione Eucaristica a cui seguiva la benedizione alle case e alle famiglie appartenenti al rione, successivamente poi era previsto un momento di confronto con i partecipanti; infine era prevista la consegna di una lettera del Vescovo di Rimini sulla famiglia. Disegno molto buono perché trasferiva la benedizione delle case da un fatto di singole famiglie, a un fatto comunitario di rione.
Di conseguenza il passaggio di casa in casa non diventava la fugace presenza per la benedizione pasquale, ma un evento di evangelizzazione, di presa di coscienza dell’unità esistente nella Chiesa.
Accanto a questo piano complessivo c’erano i tradizionali incontri di categoria: gruppo missionario, catechisti, ragazzi del catechismo, incontro genitori…
L’impronta francescana veniva sottolineata dall’itineranza per le strade e per il modo di avvicinare la gente, nel segno dell’umiltà e dell’accoglienza. Abbiamo fatto il “strada facendo”, cioè l’avvicinare quanti per strada ci mostravano segni di interesse; e anche il “spiaggia facendo” nei giorni di bel sole, quando la gente si avventurava sulla riva del mare.
Abbiamo notato che se sempre cortesi ed educati eravamo accettati universalmente, e che le volte che abbiamo visto palesarsi rare chiusure è stato, non nel momento dell’incontro umano, ma nel momento cruciale dell’annuncio. Abbiamo toccato con mano diverse volte che la secolarizzazione vuole interpretare la Chiesa come un club privato, e non come la città posta sul monte, la luce posta sul candelabro o il sale della terra, la sposa di Cristo, l’annunciatrice della buona notizia.
Abbiamo seminato con accuratezza senza serrare nessuno a conversioni sul momento. Abbiamo guardato al futuro di ogni persona incontrata nel proposito di accompagnarla con la preghiera.
Dodici sono stati i punti di convocazione rionale con una partecipazione media di cinquanta persone per rione, in tutto 600 persone, che hanno vivamente partecipato. Altre persone sono state avvicinate per strada, nei negozi, sulla piazza, sulla spiaggia, nella Celebrazione Eucaristica in chiesa.
Per i giovani ci siamo ripromessi di fare alcuni interventi nella stagione estiva. Non mancheremo all’appuntamento con loro. Intanto abbiamo fatto una comparsa davanti al liceo, al momento dell’ingresso dei ragazzi e delle ragazze. Solo un saluto e un piccolo foglietto con una preghiera da recitare e un invito a non rimanere chiusi nel presente, ma ad essere operatori per un migliore futuro di tutti. Poco, ma forse molto di più di quello che si possa immaginare sapendo come lo Spirito Santo nulla lascia cadere di ogni parola annunciante Cristo.
Diversi i frati che hanno partecipato. Quattro per tutta la prima settimana ai quali, sempre nella prima settimana, si sono aggiunti altri cinque frati per un giorno solo, con il compito di essere disponibili per le confessioni. Due frati nella seconda.
L’accoglienza del parroco è stata veramente fraterna e ne siamo rimasti ammirati.
I temi toccati sono stati quelli della carità fraterna che deve animare una comunità cristiana. Come l’essere cristiani non è solo per se stessi, ma anche per gli altri verso i quali abbiamo il dovere di testimoniare con la parola e ancor più con l’esempio, Cristo.
Necessario è il perdonarsi sempre. Noi cristiani siamo portatori della cultura della riconciliazione senza la quale non ci sarà mai vera pace sulla terra. Vera pace perché le paci attuali tra le nazioni sembrano essere in realtà solo delle tregue, pronte a spezzarsi appena cambiano i rapporti di potenza e di paura.
Abbiamo invitato alla preghiera, ad una preghiera che non veda il cuore assente, ma che sia azione d’amore, e quindi lode, ringraziamento, domanda, intercessione per tutti gli uomini del mondo.
Desideriamo noi Cappuccini continuare a servire anche in questo modo la diocesi.

Non chiediamo nulla come compenso. I problemi logistici sono ridotti al solo pranzo e cena, il pernottamento avverrà nel nostro convento di Santo Spirito.

Padre Paolo Berti
Cell. 347 4655073