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Santarcangelo Festival: tra performance e sport

La sua fisionomia nell’arco di quasi mezzo secolo è profondamente cambiata, così come il pubblico che intercetta al di là del ricambio generazionale. Una cosa però è rimasta immutata: il festival di Santarcangelo continua a essere motivo di riflessione sul teatro e, dunque, sulla società.
Dal 5 al 15 luglio (terza tappa con la direzione artistica di Eva Neklyaeva e Lisa Gilardino) la città romagnola diventa, ancora una volta, la sede privilegiata di esperienze teatrali che coinvolgeranno anche altri luoghi del territorio. Lo stesso titolo di questa quarantanovesima edizione, Slow & Gentle, fa pensare a un atteggiamento in totale controtendenza rispetto alla sbrigativa aggressività di oggi.
A riflettere sulla contemporaneità ci saranno numerose proposte – provenienti anche dall’estero – che mescolano linguaggi ed estetiche appartenenti a un’ottica ormai post-disciplinare. Molte sono le performance, declinate secondo innumerevoli modalità, a cominciare da quella di apertura Dragon, rest your head on the seabed (Piscina Multieventi, San Marino, il 5 e 6) dei madrileni Pablo Esbert Lilienfeld & Federico Vladimir Strate Pezdirc, per la prima volta in Italia. Qui la pratica coreografica contemporanea si combina con l’abilità e la tecnica di sei nuotatrici sincronizzate in un immaginario fantascientifico, dove la superficie dell’acqua diventa lo schermo su cui scorre la storia. In questa scia si collocano anche la performance Graces di Silvia Gribaudi, al Lavatoio – ironica riflessione sulle tre Grazie, maschili però – e First Love, che abbina il giovane coreografo Marco D’Agostin (premio Ubu 2018) a Stefania Belmondo, indimenticabile campionessa olimpica di sci di fondo nel 2002.
A un percorso di riflessione più quotidiano e collegato al territorio si connette il video/performance Lighter Than Woman (Teatrino della Collegiata): una commissione del Festival all’artista estone Kristina Norman, incentrata sulla figura delle badanti provenienti dall’Est che lavorano in Romagna. La belga Francesca Grilli – presenza costante dell’ultimo triennio – ha creato, con Sparks (Porta Cervese), un progetto che coinvolge alcuni bambini della zona, ribaltando la relazione di potere tra infanzia e mondo adulto; invece Public Movement, che opera fra Tel Aviv e Berlino, è l’ideatore di una performance per un solo spettatore, Debriefing Session: Santarcangelo Festival: una esplorazione tra sistema dell’arte e ideologia, ossia un’indagine sui meccanismi che il potere mette in atto per costruire la Storia.
A riflettere sull’informazione, nell’era delle fake news, saranno i brasiliani Elisabete Finger, Maikon K, Renata Carvalho e Wagner Schwartz – hanno tutti sperimentato sulla propria pelle vari tipi di attacchi – per la prima volta in Europa (Sferisterio) con il reading Domínio Público. L’olandese Studio Dries Verhoeven, nell’installazione video Guilty Landscapes (Spazio Saigi), pone in primo piano la sgradevole realtà trasmessa dai telegiornali, indagando le complesse interazioni tra i protagonisti delle notizie e chi ne fruisce. Nella videoinstallazione Liquid Violence (Piazza Ganganelli) del collettivo Forensic Oceanography viene analizzato il regime di militarizzazione del Mediterraneo.
Lo spazio dello Sferisterio assumerà quest’anno un ruolo centrale: qui Cristina Kristal Rizzo presenta il suo ULTRAS sleeping dances e la compagnia romana MK, guidata da Michele di Stefano, mette in scena Bermudas e Bermudas Forever (una seconda versione più espansa che coinvolgerà anche il pubblico). L’artista spagnolo Joan Català, con Pelat, cercherà di aggregare una cerchia di estranei in una comunità temporanea, secondo quella che è la metafora di tutto il Festival. Anche Trigger della coreografa Annamaria Ajmone esplora lo spazio e lo determina grazie al contributo del pubblico, così come Elena Giannotti in Andamento unico.
L’elenco delle proposte è comunque lunghissimo: dai processi di guarigione legati alla medicina alternativa agli esperimenti come Kiss, dalla musica in tante possibili varianti alle iniziative appositamente concepite per bambini e ragazzi.