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Rimini ti amo

Lui: Io sono come sono.

Lei: Cerca di cambiare.

Lui: Sono cambiato.

Lei: Non sei più quello di una volta.

Questi versi di Cara ti amo di Elio e Le Storie Tese, intramontabile saggio sulla complessità dei rapporti nella coppia moderna, mi risuonavano in mente sentendo per l’ennesima volta il mantra che Rimini non è più solo turismo balneare ma anche arte, storia, cultura.

Trovare i giusti equilibri tra identità vecchie e nuove non è mai facile, soprattutto quando si tratta di identità forti. È vero che non si poteva più andare avanti a solo con ombrellone, pensione e discoteca.

Ma è un’identità che fa comunque parte della nostra storia e che sarebbe il caso di rinverdire di tanto in tanto, senza esaltarla e senza denigrarla. Ascoltando le chiacchiere in giro dopo la scomparsa di Zanza mi sono reso conto che la ruggente Rimini degli anni ‘70 e ‘80 per molti è già passato remoto, se non addirittura un capitolo sconosciuto dalle nuove generazioni.

Prendiamo il buono di quella Rimini e non mettiamolo in disparte solo perché adesso dobbiamo promuovere altro. Altrimenti tra trent’anni dovremo ripetere come un mantra che Rimini non è solo arte, storia e cultura ma anche mare e divertimento.

E per favore si tolga quell’audioguida dalle orecchie mentre le parlo.