Ridateci indietro la Sacramora

    Cos’è successo in via Sacramora? Che fine hanno fatto le file di macchine e biciclette che costeggiano le piazzole degli storici rubinetti? Chiusa. La fonte è chiusa da fine ottobre. Varie volte si è sentito un malumore rispetto a questo ma solo adesso pare che il problema stia per essere risolto.
    La questione è molto semplice, il sito dove si trovano fonte e rubinetti, è di proprietà di un privato, di Riccione, concessionariaodella sorgente, con cui il Comune ha sottoscritto una convenzione nel 1960, poi rinnovata nel 1997. In generale, ai cittadini dovrebbe essere assicuarata la possibilità di andare a prendere quell’acqua. Il proprietario sino a qualche anno fa vendeva il bene, con un suo marchio “Goccia blu”, poi il marchio è stato ceduto e con lui l’interesse per quell’acqua, sino alle estreme conseguenze. Certo il malumore si avverte, specialmente tra i tanti residenti e affezionati della zona che in quella fonte, oltre a vedere l’acqua, vedono un legame storico importante. Adesso la soluzione a tutti i problemi sembrerebbe essere il passaggio della fonte dalle mani private a quelle pubbliche. Ed è questa la strada che cerca di percorrere Fabio Betti, presidente del Quartiere e ingegnere che segue i lavori della futura fonte.

    Il progetto
    del futuro

    “Il progetto cui stiamo lavorando consta di più parti– afferma Betti – la prima possiamo dirla chiusa e conclusa. Si tratta dello spostamento fisico dei rubinetti. La trattativa coinvolge la CECR (Cooperativa Edificatrice Comuni Romagnoli), che cederebbe il pezzo di terra cui collocare i nuovi rubinetti”.
    L’area è stata già sottoposta a supervisioni e controlli e ricevuto pareri affermativi dagli uffici competenti, per quanto riguarda gli standard urbanistici. E a questo punto che si arriva alla seconda fase del progetto.
    “Per fare andare avanti le cose nel migliore dei modi, abbiamo chiesto -continua Betti –all’assessore alle Politiche ambientali, Andrea Zanzini, di lavorare (nell’ambito del suo assessorato) sul rapporto con l’attuale proprietà. Di questa fase non possiamo ancora dire nulla”.
    In quanto presidente di Quartiere, Betti raccoglie anche i pareri di molti residenti che palesano un certo disagio per la situazione che si è venuta a creare. “Chi è di queste zone conosce il significato che il luogo ha per tutti. I residenti vivono un disagio reale, anche se una piccola minoranza ha parzialmente gradito la chiusura”. Si tratta di persone che hanno motivato la posizione contraria alla riapertura della fonte sollevando il problema del traffico delle macchine e delle soste in prossimità dei rubinetti. “È un aspetto che non trascureremo – conclude l’ingegnere – nel nostro progetto della Sacramora del futuro“. Così anche la messa in sicurezza della strada è assicurata, almeno su carta.

    Appena
    5 mesi fa

    Un bel passo avanti, se si pensa alla confusione che venne a crearsi a ridosso della chiusura. Appena 5 mesi fa quando gli attoniti senz’acqua chiedevano in giro avendo in cambio risposte non univoche. Secondo il presidente del Quartiere i rubinetti sarebbero stati chiusi in seguito all’ordinanza del sindaco del 5 ottobre che ha vietato l’uso dei pozzi privati. All’URP dicevano, invece che si era rotta la pompa, che risultava essere nella proprietà privata della famiglia Savioli.
    Intanto, l’Amministrazione comunale faceva sapere che “si stava interessando alla cosa e attivando per risolvere il problema”. Ma la questione di base, forse, non sta solo nell’individuare cosa realmente è successo, ma chi se ne deve occupare. Dal sito internet del Comune risulta infatti che cura e pulizia di tutte le fontane presenti in città competono ad Hera. Unica eccezione, la Sacramora. Essendo in proprietà privata, Hera gestisce solo la manutenzione esterna e non effettua i controlli sulla qualità dell’acqua poiché si tratta di sorgente naturale non collegata all’acquedotto. Tali controlli sono comunque effettuati dall’Azienda Usl. Nella speranza che l’acqua ritorni al più presto, la battuta di Luciano Tonini, un anziano viserbese nato e cresciuto nelle vicinanze, rende l’idea di come la pensi la cittadinanza: “Se ci chiudono la Sacramora, possiamo anche cambiare nome al quartiere, alla strada, alla parrocchia e a tutto il resto!”In effetti, se davvero la Fonte rimanesse a secco, l’identità di Viserba perderebbe un importante e fondamentale riferimento storico.

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    residenti e turisti
    Certo è, malumori a parte, che l’anno 2007 resterà nella storia locale di Viserba come l’anno della chiusura dell’antica fonte della Sacramora. Le quattro colonnine di marmo a cui venivano ad attingere migliaia di persone sono completamente a secco. La gente arrivava anche da fuori Rimini, per l’acqua della Sacramora, con bottiglie o taniche a fare il pieno di quella che era decantata come “acqua fresca e purissima dalle virtù diuretiche”. D’estate c’erano ancora molti turisti che facevano la passeggiata, prima di cena, con borraccia o bottiglia. Cosa troveranno nel 2008? Non è dato saperlo, vista anche l’assenza, sul luogo, di qualsiasi avviso, biglietto, notifica. Anzi, un’iscrizione c’è: quella del cippo benedetto il 23 giugno 1957 insieme al bassorilievo di Franco Luzi raffigurante il martirio di san Giuliano. Gli anziani del posto ricordano ancora i festeggiamenti solenni che si svolsero fra il novembre del 1956 e l’autunno del 1957 per il millenario dell’approdo dell’Arca (secondo la leggenda lo “spiaggiamento” avvenne nel 957) che ora è custodita nella chiesa di San Giuliano, al Borgo. Una storia millenaria che, alla luce della vicenda odierna, fa meditare su come invece possano cambiare le cose in solo mezzo secolo. “La eccezionale mora dell’arca di S. Giuliano, martire di Cristo – troviamo scritto – ha suscitato la salutare e benefica polla che zampillando gioiosa ricanta il prodigio eternandolo nei tempi”. Eternandolo per appena altri cinquant’anni, si dovrà correggere

    M.C.Muccioli/ A.De Rubeis