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Una ricostruzione non di soli mattoni

Le lettere degli ultimi anni testimoniano parte dell’impegno profuso in qualità di assessore della Giunta comunale designata dal CLN, che lo vede capo della Commissione edilizia e della Commissione alloggi.

È un lavoro molto impegnativo. Pochi possono dire, con una certa arroganza, di non voler usare materiali riciclati:

Mi raccomando anche di non metterci su materiale vecchio, perché fin che si è trattato di mattoni è un conto, ma il legno lo voglio nuovo.
Per diversi motivi non voglio materiale usato. Preferisco pagare di più, ma avere materiale nuovo. Io suppongo che quando lei ha fatto il preventivo non aveva davvero in testa di usare materiale vecchio, perché se così fosse stato me ne avrebbe informata”.

In realtà, la scarsezza dei materiali moltiplica i furti e rende costosissima la ricostruzione e molti, come il parroco di San Lorenzo, si chiedono se il ricorso all’eternit assicuri un buon risparmio:

Ho quasi ultimato dopo innumeri stenti e sacrifici un salone Cappella che serva in qualche modo alle esigenze del culto, almeno provvisoriamente, ma rimane da farsi la copertura del tetto. Il Salone cappella misura m 14×4, perciò occorrerebbero molte tavelline e moltissimi coppi. La spesa sarebbe schiacciante per le mie povere forze; ad alleggerirla, sarebbe possibile acquistare dei fogli di eternit?”.

Nel giro di pochi mesi, tuttavia, Alberto riesce a costruire ventimila alloggi per quarantamila persone, ma non gli basta, perché la ricostruzione di una città non passa solo attraverso i mattoni:

Ormai però è tempo di stringersi tutti fraternamente la mano, per procedere all’immenso lavoro che ci attende in tutti i campi della vita sociale e nazionale. Rifare le coscienze, sgombrare le macerie morali da tanti cuori traviati, trovare finalmente la vera carità che ci faccia sentire fratelli gli uni con gli altri, che sappia indicare ai ricchi la strada per andare incontro ai poveri, per difendere, con la verità e l’onestà, la libertà, la democrazia, la civiltà cristiana”.

Sono tante le lettere che mostrano l’interessamento concreto di Alberto anche in campi che non rientrerebbero nei doveri di assessore.
In un’epoca in cui si rischia la caccia alle streghe, si rivolgono a lui perfino gli ex fascisti, per chiedergli una testimonianza davanti al Commissariato per l’epurazione, una testimonianza che – sono certi – sarà serena e imparziale:

Caro Marvelli, purtroppo sono in stato d’accusa. Faccio oggi appello alla tua cortesia per avere da te una dichiarazione – anche sotto forma di lettera personale a me diretta – dalla quale risulti che nel periodo che hai passato alle mie dipendenze come pre militare hai potuto constatare come ho agito con serenità, comprensione paterna, insegnando ai giovani come si fa per essere dei galantuomini e dei buoni cittadini […]”.

Occorre poi provvedere alle lenzuola per l’ospedale che ha visto aumentare a dismisura i ricoveri per un’epidemia di tifo. E per questo Alberto può contare sugli amici del fratello Adolfo:
Quale omaggio della ns. Dc. faremo avere delle lenzuola per l’ospedale. Così sarà contento il prof. Silvestrini. Vengono da un suo amico che me li ha promessi già bell’e fatti”.

A volte si tratta di interessarsi per il ritorno dei prigionieri, figli di conoscenti lontani:
Egregio ingegnere, ho avuto sentore che il nullaosta da Caserta è giunto e spero quindi che mio figlio possa presto essere lasciato libero; mi permetto indirizzare a lei questo vaglia, certo che vorrà alla prima occasione consegnargli il denaro che, appunto, gli servirà per raggiungere casa.
Mia moglie ed io la ringraziamo sentitamente di quanto ha fatto per mio figlio […]”.

Bisogna pensare alla riorganizzazione degli istituti scolastici, interessarsi della nomina del provveditore agli studi:
Egregio Ingegnere, sono molto lieto di comunicarLe che il prof. Arduino Olivieri è stato riconfermato provveditore reggente di Forlì, conformemente al suo desiderio!”.

Chiedere l’istituzione di un nuovo Istituto industriale:
Da molti anni si è sentita la necessità che in Rimini sorgesse un Istituto industriale a completamento della attuale Scuola di Avviamento e tecnica industriale.
Detta scuola molto ben organizzata e diretta con 1200 alunni iscritti nell’anno scolastico 1943, ne mandava qualche centinaia a Forlì, per frequentare quell’istituto industriale con gravissimo disagio economico e culturale […]. Inoltre a Forlì non esistono le due specialità richieste, cosicché coloro che desiderassero seguire il ramo meccanico o elettrotecnico o chimico potrebbero frequentare a Forlì, coloro invece che vorranno seguire i corsi per edili e radiotecnici studieranno a Rimini”.

Far presente la necessità che venga costituito il tribunale:
Per incarico del Sottosegretario Le comunico che la sua istanza relativa alla costituzione del tribunale di Rimini è qui pervenuta e che ci siamo subito vivamente interessati al riguardo. Il sottosegretario stesso le riferirà appena possibile sull’esito della pratica”.

E come rifiutare la nomina del vescovo a presidente dei Laureati cattolici?
Caro ingegnere, è mio desiderio che lei assuma la presidenza del Gruppo laureati e gliene mando la nomina ufficiale con il presente biglietto”.

Questo comporterà un grande impegno organizzativo, sia sul piano caritativo che su quello culturale, ma Alberto sa che non basta l’azione, se manca la riflessione sulle ragioni dell’agire e, invitando relatori come Gonella, La Pira, Lazzati, Manzini, Pignedoli, Lombardi, dà il suo contributo per ripensare alla presenza e all’apporto dei cattolici nella nuova società uscita dalla guerra, una società che si avvia a diventare di massa.

L’ultima delle lettere, datata 4 ottobre, un giorno prima della morte, è proprio quella del Vescovo, che gli “gira” un assegno della Segreteria di Stato di Sua Santità, destinato al Gruppo di laureati cattolici, «su la cui consolante attività la Sig.na Massani ha qui recentemente dato buona relazione».

(2-continua)
a cura di Cinzia Montevecchi

Leggi qui la prima parte: I 100 anni di Alberto e le sue lettere