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Quel soggiorno è una… tassa

Tassa di soggiorno, polemiche avanti tutta. Le ultime sono arrivate all’interno della trasmissione Diritto e Rovescio di Icaro Tv. Ma prima di entrare nel merito, facciamo un piccolo riassunto su questa imposta così difficile da digerire.

Che cosìè la tassa di soggiorno? Nel diritto italiano la tassa di soggiorno è un’imposta di carattere locale applicata a carico delle persone che alloggiano nelle strutture ricettive di territori classificati come località turistica o città d’arte. La tassa nel 1991 è stata inglobata nell’Irap, ma nel 2011 è stata reintrodotta nella legislazione italiana. Gli introiti dovrebbero essere destinati a finanziare interventi in materia di turismo e recupero di beni culturali e ambientali. Ogni Comune delibera autonomamente sull’ammontare del contributo, le esenzioni e il periodo di applicazione: ad esempio, a Venezia i turisti pagano la tassa solo fino al quinto pernottamento consecutivo, a Roma fino al decimo. Al termine del soggiorno il turista versa il contributo al gestore della struttura ricettiva che provvede alla riscossione del contributo, rilasciandone regolare quietanza, e ne versa l’ammontare al Comune secondo le modalità previste dal regolamento applicativo.

Chi la applica e chi no. In Italia sono 448 i Comuni che la applicano. In provincia, al momento, solo Rimini (dall’ottobre 2012) e Riccione (a partire da giugno). In entrambi i comuni la tassa va da 0.50 a 3 euro, a seconda delle stelle, e si applica fino a 7 pernottamenti consecutivi. Sul litorale dell’Emilia Romagna ad applicare l’imposta ci sono anche Ravenna e Gatteo Mare. No tax, invece, a Cervia e Cesenatico, ma anche a Bellaria, Misano e Cattolica, almeno per questa estate.

La scelta di Riccione. Per poter mantenere i servizi impossibile in questo 2013 non introdurre l’imposta di soggiorno. Questa la posizione del sindaco della Perla, Massimo Pironi che ha spiegato anche come i 2.7 milioni che dovrebbero essere introitati con la tassa saranno rigirati sul comparto turistico. Dagli eventi alle manutenzioni, passando per la tutela dell’arenile e del mare. Pironi ricorda l’impegno del Comune per limitare la tassazione con la diminuzione di un punto dell’addizionale Irpef e dell’Imu per gli alberghi, differenziando tra proprietà e gestione. Il sindaco si è detto poi amareggiato per le proteste da parte degli albergatori e ha lanciato l’appello a non rompere il patto sociale che da sempre ha caratterizzato Riccione. “Comune e albergatori sono dalla stessa parte, hanno gli stessi obiettivi e le stesse preoccupazioni – ha detto – a dividerci è il modo in cui le affrontiamo. Spero si possa stringere un patto per il bene della città che ci permetta di superare un momento difficile come questo”.

La risposta degli albergatori. Pronta la replica degli albergatori. “È vero che a Riccione il patto tra pubblico e privato è quasi una tradizione. E il patto c’era – attacca il presidente dell’Aia, Bruno Bianchini – ed era stato siglato lo scorso anno con una stretta di mano: pur di evitare l’imposta di soggiorno gli albergatori avevano detto di essere disposti ad accollarsi l’aumento dell’Imu di tre punti (da 7.6 a 10.6 per mille). Abbiamo scoperto pochi mesi fa che quel patto non valeva più”.
Gli albergatori comunque non si rassegnano e proseguiranno la loro battaglia contro un balzello che, secondo Bianchini, porta soprattutto un danno di immagine alle strutture.

Il punto su Rimini. A Rimini la tassa è stata introdotta da ottobre e “non ha causato grandi problemi – spiega la presidente degli albergatori, Patrizia Rinaldis – perché finora la clientela che si è avuta era abituata alla tassa. Diciamo che il 95% ha tranquillamente pagato. I problemi arriveranno con la stagione estiva”. E non solo per i clienti. “Gli alberghi aperti sono tantissimi e molti non hanno dei gestionali veri e propri e sono convinta che dovremo intervenire anche per aiutare nelle compilazioni. Al Comune abbiamo chiesto poi, fermo restando il pagamento trimestrale, per il periodo estivo che l’invio telematico delle documentazioni possa essere effettuato in un unico passaggio”.

Stime valide fino a che punto? Tornando all’imposta, Riccione stima l’arrivo di 2.7 milioni, Rimini 4.5. Ma si tratta di stime elaborate sulla base delle presenze 2012. “Probabilmente è l’unico metro di misura – commenta l’assessore provinciale al Turismo, Fabio Galli – ma si tratta ora di vedere quanto le Amministrazioni sono state prudenti in queste stime. Bisogna tenere conto del fatto che si prospetta una stagione molto difficile”.
Per Galli il problema della tassa di soggiorno è da ricollegare alla mancanza di una politica del turismo a livello nazionale. “Pensiamo a cosa sarebbe oggi il settore se alcune proposte non si fossero più volte arenate, ad esempio la possibilità di lasciare almeno parte del gettito Iva nelle casse dei Comuni nei quali viene prodotto. Questo è anche un appello al nuovo ministro”.

Andrea Polazzi