Home Attualita “Quante possibilità ti regala Londra!”

“Quante possibilità ti regala Londra!”

L’Italia non è più un paese di emigrazione come lo è stato nel secolo scorso, quando, stretto dalla fame e dalla povertà, ha vissuto sulla propria pelle l’esodo di centinaia di migliaia di persone alla ricerca di un futuro migliore, indirizzate soprattutto verso le Americhe e l’Europa. Eppure, ancora oggi, una larga fascia di popolazione, per lo più giovane, lascia il proprio paese per vivere un’esperienza che molto spesso si trasforma in un trasferimento stabile.
Tra le mete preferite di questa nuova emigrazione “giovane” – che comprende tanto la cosiddetta fuga dei cervelli quanto una più generica voglia di vita migliore – regna la capitale del Regno Unito e di tutto il Commonwealth.
Dalla fine degli anni Settanta sono giunti in Gran Bretagna sempre più giovani, sia per studiare la lingua inglese che ammaliati da uno stile di vita ritenuto più libero e da un sistema che garantiva una maggior immediatezza nel trovare lavoro. L’aumento di voli low cost, il continuo imporsi dell’inglese come lingua transnazionale, ma anche l’immaginario anglosassone hanno fatto il resto.
Secondo i dati dell’Aire, l’Anagrafe Italiana dei Residenti all’Estero, nel 2010 erano 64.219 gli italiani residenti a Londra. E il numero è probabilmente aumentato.
Giusto?
“Giustissimo, oggi Londra non è la città ideale per imparare l’inglese. È molto più facile incontrare italiani!”.
A raccontarci questo aneddoto è Margherita Gallini, giovane riminese che da alcuni mesi vive a Londra, e che ha tutte le intenzioni di rimanerci il più a lungo possibile. La sua fuga a Londra non segue un lungo periodo di difficoltà nella sua città natale, ma è stata una scelta un po’ pensata e un po’ casuale.
“L’anno scorso mi sono diplomata e a differenza di molte mie amiche, devo essere sincera, non avevo molta voglia di continuare a studiare. Così, a giugno ho comprato un biglietto aereo per Londra per ottobre, pagato 8 euro. Mi sono detta, se dopo l’estate ho ancora voglia vado, se no ho buttato via pochi euro. Durante la stagione ho lavorato nell’albergo dei miei genitori, e poi alla fine ho preso l’aereo. Sono partita con mia mamma. Lei dopo una settimana è tornata a casa, io sono rimasta”.
Come ti sei organizzata una volta rimasta sola?
“Ho ritrovato molti amici di Milano che erano stati in vacanza a Rimini. Loro sono a Londra da un paio di anni e mi hanno aiutata a trovare casa e lavoro. Sono stata fortunata perché la ragazza che ho contattato per l’appartamento lavorava in un ristorante italiano e ha portato il mio curriculum. Mi hanno assunta subito come cameriera. Sono stata lì per sei mesi e poi mi sono licenziata perché volevo tornare qualche giorno in Italia e avevo già fatto le ferie. L’ho presa come scusa per cercare un altro posto di lavoro dove si parlasse meno italiano e più l’inglese”.
E quando sei tornata?
“Sono finita a lavorare in un altro ristorante italiano (ride, ndr) perché nel frattempo il mio ragazzo, lo chef del precedente ristorante, era stato assunto in un altro locale vicino ad Oxford Street, una delle vie più frequentate, e sono andata lì con lui. Rimarrò lì fino all’inizio di quest’estate, quando tornerò in Italia per fare la stagione, come avevo promesso a mia mamma, e poi da settembre ritorno a Londra e cerco altro”.
Dopo questa esperienza che idea ti sei fatta della capitale inglese?
“Sulla base della mia storia e di quella delle altre persone che conosco mi sono resa conto che Londra offre tantissimo. È quasi incredibile la velocità con cui si trova lavoro. Non voglio dire che qui non esistano i problemi, o i compromessi. Ci sono le difficoltà e non è tutto rose e fiori, ma a differenza dell’Italia qui c’è la possibilità di crescere. Vengono date le possibilità. Poi sta alla persona giocarsele. E inoltre si riesce e gestirsi. Per me è stata una bella novità, a 20 anni ho organizzato la mia vita come volevo. Qui, per quanto il costo della vita sia alto (l’abbonamento alla metro costa quasi 30 sterline alla settimana), lo stipendio è sufficiente per affitto, spese e rimane qualcosa”.
E Rimini?
“Quando ci sono stata l’ultima volta, non vedevo l’ora di ripartire per tornare a Londra”.

Stefano Rossini