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Quando l’affare finisce all’asta

L’asta pubblica fa piazza pulita. Dei 40 oggetti rinvenuti nel territorio comunale di Rimini, non n’è rimasta nemmeno l’ombra. In poco più di un’ora il grande magazzino di via della Lontra, alla Grotta Rossa, è stato letteralmente svuotato. Sia ben chiaro: nessun feticcio di chissà quale personaggio famoso o tesoro unico. No, niente a che vedere con l’asta Christie’s di Londra o quella di New York. Qui si rilanciava per bici, macchine fotografiche, caschi e motorini. E dall’altra parte del banco non c’erano ricchi collezionisti, ma universitari, anziani alla ricerca di pezzi con cui divertirsi a “smanettare”, fino alle donne con occhio critico, pronte a rilanciare per un’Olandesina in perfetto stato. La parola d’ordine per tutti è osservare. Non esiste un’altra occasione. O la va o la spacca. O si grida a squarciagola la cifra da offrire o si rimane con un pugno di mosche in mano. E così, in poco tempo, tutti gli oggetti vengono “battuti” e il Comune ricava 2.225 euro che devolverà in beneficienza, così come prevede il regolamento degli oggetti rinvenuti.

Bici, che rilanci! A destare più interesse sono le due ruote a pedali. Funzionanti, magari con qualche problemino qua e là, ma nulla che ne comprometta l’utilizzo. E gli acquirenti lo sanno bene. Qualche bici è senza sellino, qualcun’altra ha la ruota a terra. Il motorino, invece, ha la sella devastata o una tintura casalinga. Ma che importa? Ciò che interessa è portare a casa un mezzo. E in 24, almeno per le bici, ci riescono. In media il prezzo di partenza è di 20-30 euro. Poi tutto sta nelle mani dei potenziali ciclisti. A volte fin troppo accaniti. Come nel caso della bicicletta in alluminio “Vicini” per la quale c’è stata una vera battaglia. Prezzo d’asta: 30 euro. A colpi di rilanci da pochi euro alla volta, solo uno è riuscito ad accaparrarsi il mezzo. A onor del vero, però, non sempre succede così. Alcune bici – forse l’estetica non le aiuta – non le vuole proprio nessuno. “Allora che facciamo, la portiamo a distruggere?”, domanda il banditore al pubblico silenzioso.
Nessuno azzarda a comprarla. Allora si scende fino a uno “stracciato” 20 euro. Solo così qualcuno decide che vale la pena caricarla in macchina.

Scooter da… appunti. Oltre alle bici, i riminesi sono lì per un altro settore merceologico a loro molto caro, quello dei motorini. In bella mostra compaiono cinque scooter. E qui arriva il bello: c’è chi il giorno prima è andato a visionarlo e ha un biglietto con tutti gli appunti. La base di partenza è tra i 40 e i 50 euro, e ogni motorino, a suo modo, trova alla fine il suo padrone. Tranne un ciclomotore Piaggio a 30 euro. Prezzo basso? Per gli avventori è ancora troppo alto. “Chi se lo prende? Poi bisogna spenderci altri soldi per metterlo a posto”, commenta un signore. “E se facciamo 25?”, rilancia il banditore. C’è titubanza nell’aria, ci si guarda e un anziano tra tutti capisce che è arrivato il suo momento. “Lo prendo io”.

Parola agli acquirenti. Una volta che l’oggetto è stato assegnato, gli aggiudicatari possono ritirarlo subito dopo il versamento in contanti. Un ottimo riscontro anche per le quattro macchine fotografiche, il computer portatile rosa – da 60 euro ha raggiunto i 160 – il martello pneumatico che da 50 è dovuto retrocedere a 35 e per il piccone e la mazza, utensili di forte attrazione per i tanti agricoltori della zona. “Per noi l’asta è un appuntamento fisso. – racconta Eugenio, agricoltore diretto in pensione che non rinuncia al suo orto da coltivare – Tempo fa si trovavano cose più interessanti anche per il mio mestiere, ma adesso c’è molta più tecnologia. Però io ci vengo lo stesso, non si sa mai”. Come il suo amico Antonio che, in verità, una “capatina” l’ha fatta il giorno prima per dare uno sguardo alle biciclette. “L’affare più grande sono le bici. Di solito si può beccare bene e quindi, invece di spendere 250 euro, con 70 qualcosa di buono si può recuperare”. La pensano così anche molti studenti universitari residenti in città, ma senza auto. “Siamo salite dal sud per frequentare la facoltà di Economia – raccontano Mara e Livia –e ci siamo rese conto che qui la bici è fondamentale per muoversi. Così prima di spendere tanti soldi ci hanno detto che all’asta si potevano acquistare biciclette funzionanti. Solo che è dura, bisogna essere agguerrite”. Soddisfatto Manuel: è appena montato sulla sua nuova “Vicini” e pare non ci siano particolari problemi. “Ho fatto un affarone. Solo 45 euro e va benissimo”.

Marzia Caserio