Quando il bagno è eco-sostenibile

    C’è una continuità di fondo fra la costruzione del primo stabilimento balneare inaugurato nel 1843 a Rimini e il presente che noi viviamo. Oggi, 165 anni dopo, lungo i 40 chilometri della striscia di sabbia che caratterizza la riviera riminese, i nostri bagnini, che sono più di 700, si sono posti il problema di razionalizzare i consumi idrici ed energetici, ed è con questo spirito che è nata una nuova figura, quella del bagno eco-sostenibile.
    “Dal 2002 la Provincia di Rimini – spiega l’architetto Massimo Briani, responsabile dell’ufficio sviluppo sostenibile – ha promosso, in collaborazione con i bagnini e con riferimento al processo di Agenda 21 locale, un progetto di rinnovamento degli stabilimenti balneari denominato Bagnino eco-sostenibile. Tale progetto annovera tra i suoi obiettivi principali quello della promozione dell’energia solare pulita sulla riviera Adriatica, il risparmio energetico, il contenimento degli sprechi idrici e soprattutto l’incremento della sensibilità ambientale degli operatori ma principalmente dei turisti. A differenza di uno stabilimento balneare ordinario, il bagnino eco-sostenibile prevede tra le altre cose: l’installazione di celle fotovoltaiche per soddisfare l’intero fabbisogno energetico anziché elettricità prodotta in centrali convenzionali a elevato impatto ambientale; l’installazione di pannelli solari termici per il riscaldamento dell’acqua delle docce; rubinetti a tempo; diffusori e riduttori di flusso per il contenimento degli sprechi idrici; vasche di decantazione per il recupero delle acque grigie e il loro riutilizzo negli impianti irrigui e negli scarichi dei wc; contenitori separati per la raccolta differenziata per il recupero di pile, carta, materiale plastico e vetro e, infine, un Info-Point per la sensibilizzazione degli utenti sul tema della sostenibilità e per la diffusione di alcuni dati sull’ambiente e in particolare la qualità delle acque di balneazione, livello di radiazione Uv, previsioni meteo”.
    Dal 2004, per favorire la concretizzazione del progetto su scala più ampia, la Provincia ha promosso un bando per l’erogazione di contributi agli stabilimenti balneari che hanno scelto il sistema di gestione eco-compatibile. Grazie alla nuova consapevolezza e alla fattiva adesione dei gestori, più di 20 bagnini hanno partecipato al bando, e beneficiando del contributo sono diventati automaticamente eco-sostenibili.
    “Consumare e inquinare meno – chiosa Briani – nei nostri stabilimenti balneari è il presupposto per rispettare di più il nostro mare e per offrire servizi di qualità ai turisti e alla comunità”.
    Attualmente gli stabilimenti eco-sostenibili della provincia sono 22: di cui uno si trova a Rimini, diciassette a Riccione, tre a Misano e uno a Cattolica.

    Due esempi concreti
    Il primo progetto pilota di bagnino eco-sostenibile è stato inaugurato nel 2003 e ha riguardato il bagno n° 85 di Riccione, il bagno Giulia che si trova in una zona centrale della Perla Verde, fra il porto e il centralissimo viale Ceccarini. Il bagno Giulia, gestito dalla famiglia Giovanardi, è stata anche la prima spiaggia “liberatutti”, ossia la prima spiaggia a offrire servizi alle persone portatrici di handicap.
    “L’esperimento funziona. – sottolinea Matteo Giovanardi – Un esperimento che riguarda un concetto di ecosostenibilità a ciclo completo, che va dalla produzione di luce elettrica attraverso i pannelli fotovoltaici, all’installazione di pannelli solari per riscaldare l’acqua, passando dal riutilizzo delle acque reflue e dall’installazione dei riduttori di flusso per il risparmio idrico e la raccolta differenziata”.
    Se il bagno Giulia ha fatto da apripista a Riccione ad altri sedici bagni eco-sostenibili, a Rimini l’unica esperienza è quella del bagno 62, che si trova nella zona di via Pascoli, in piazza Benedetto Croce.
    Il bagno chiamato “Tipi da spiaggia”, è gestito da Mauro Vanni e da sua moglie Beatrice. Anche qui le tipologie sono le stesse del bagno Giulia, la famiglia Vanni grazie ai pannelli fotovoltaici produce l’energia che serve par la sua attività e quella in esubero la vende all’Enel. Ma come hanno accettato i turisti e i frequentatori della struttura, questa riconversione da bagnino tradizionale a bagnino eco-sostenibile?
    “Sono tutti entusiasti – risponde la signora Beatrice – hanno accettato di buon grado questo cambiamento. Ci sono anche quelli che sono rimasti indifferenti, ma credo che questa sia una cosa normale. L’importante è che tutti abbiano capito il valore di questo progetto che mira a salvaguardare l’ambiente e di conseguenza anche il nostro mare”.

    Patrizio Placuzzi