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Maria Mayr Marvelli, la mamma di un santo

10.00

autore: Umberto Moretti
editore: ilPonte
numero pagine: 230
stampato: settembre 2015
prezzo: 10 euro
informazioni: redazione@ilponte.com
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Descrizione

Scorrendo le pagine di questo eccezionale documento di vita – Maria Mayr Marvelli, la mamma di un santo –  in cui si coglie il cammino della grande educazione che questa donna ha saputo dare ai suoi figli e registrato nel rapporto con il beato Alberto Martelli, sono giunto ad una convinzione profonda che accompagna ed esprime la coscienza della Chiesa fin dai primissimi anni della sua grande, variegata e ormai, possiamo dire, sconosciuta storia: essa ha sempre venerato quelle madri o quelle donne la cui presenza è stata determinante per il fiorire della vocazione dei loro figli o dei loro nipoti, fino a dare alla loro fisionomia adulta quel tocco unico ed irripetibile che è alla radice di ogni personalità.
(Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Abate di Pomposa)

Maria Mayr Marvelli nasce a Ferrara il 2 luglio 1892, nell’Italia umbertina, in una famiglia della buona borghesia con antenati illustri e ascendenze nobiliari. Tutto lascia prevedere per lei un’esistenza tranquilla ed agiata, al pari di tante altre coetanee del suo stesso ceto sociale. Per imperscrutabili disegni divini viene, invece, colpita da una tragica e drammatica catena di lutti, con la perdita del padre quando era ancora bambina e, successivamente, del marito e di tre dei suoi sette figli, fra cui Alberto, il giovane ingegnere beatificato nel 2004 da Giovanni Paolo II. Oltre ai dolori morali, deve affrontare in età avanzata anche pesanti dolori fisici per una grave malattia invalidante, ma tutta la sua esistenza fu racchiusa in un «fiat», suggello finale di accettazione incondizionata e senza riserve della volontà del Signore. A Rimini, dove vive il suo periodo più intenso e fecondo, profonde tutta se stessa nella conduzione della sua numerosa famiglia e in molteplici attività caritative, assistenziali e formative. Gli ultimi anni li trascorre nella città natale in condizioni sempre più precarie, poi la malattia ha il sopravvento e il 17 novembre 1972 lascia questa terra per il cielo.
Come per Alberto, anche per la mamma si può parlare di un vita all’insegna della santità: quella di Maria non fu appariscente, ma frutto di una vita condotta pienamente in armonia con l’insegnamento evangelico in famiglia, in parrocchia, in diocesi. Una santità intessuta di amore, sacrificio, rinunce, accoglienza, carità.