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Prodi a Rimini

Nell’analisi iniziale di quest’anno pastorale i temi interessanti emersi dal confronto del Progetto Culturale diocesano sono stati quelli legati allaconvivenza tra culture diverse, al fenomeno dell’immigrazione, al clima socio-politico di particolarismo, scontro e rabbia, tutti riconducibili al filone “Europa”, così attuale in questo momento pre-elettorale.

Gli approfondimenti preliminari hanno riguardato la nascita dell’Unione, la sua economia oggi, la circolazione delle persone, i trattati e le leggi che la regolano e tutti sono confluiti nel progetto di una conferenza-dibattito finale, venerdì 10 maggio: “ Ripensare l’Europa, per una comunità di persone”, alla quale abbiamo invitato il professor Romano Prodi.

Il “Professore” è titolatissimo esperto del tema, soprattutto per la sua esperienza di presidente della Commissione europea dal 1999 al 2004, gli anni in cui entrò in vigore l’euro come valuta corrente e furono ammessi nell’Unione 10 nuovi paesi.

Papa Francesco, di cui abbiamo ripreso il titolo di “Ripensare l’Europa” dal discorso tenuto nell’ottobre 2017, in occasione del 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma: “Il primo, e forse più grande, contributo che i cristiani possono portare all’Europa di oggi è ricordarle che essa non è una raccolta di numeri o di istituzioni, ma è fatta di persone. Purtroppo, si nota come spesso qualunque dibattito si riduca facilmente ad una discussione di cifre. Non ci sono i cittadini, ci sono i voti. Non ci sono i migranti, ci sono le quote. Non ci sono lavoratori, ci sono gli indicatori economici. Non ci sono i poveri, ci sono le soglie di povertà. Il concreto della persona umana è così ridotto ad un principio astratto, più comodo e tranquillizzante”.

Già questo richiamo basta a motivarci all’esigenza di votare e di farlo in modo meditato e consapevole. Con lucidità e consapevolezza delle nuove necessità, il Santo Padre passa in rassegna i nodi essenziali della questione europea, il lavoro, lo sviluppo, la salvaguardia della pace, la convivenza, l’integrazione, l’educazione, chiedendo ai cristiani di riscoprire e rifondare l’anima dell’Europa.

Noi, nella comune esperienza di cittadini, sentiamo quasi ogni giorno affermare che questa Europa, così com’è, non va bene e molti parlano della necessità di riforme strutturali: ma come salvaguardare il suo essere partecipativa ed egualitaria, così come l’immaginavano i padri fondatori? Un altro lato evidente e problematico della questione è la percezione diffusa che gli aspetti finanziari prevalgano su quelli sociali, le leggi di mercato sulla democrazia.

Per non parlare del fenomeno dell’immigrazione e della sua gestione, che quotidianamente accende commenti e dibattiti nazionali ed internazionali, spesso strumentalizzati per la ricerca di facile consenso.

Mirna Ambrogiani

Referente del Progetto Culturale diocesano