Home Sport Portieri pazzi, letterati e goleador

Portieri pazzi, letterati e goleador

Giocare in porta è una vocazione, dice Gigi Buffon. Lui, giovane mediano col vizio del gol, la vocazione l’aveva dentro, solo che era inespressa. A dargliene consapevolezza è stata la visione di Thomas N’Kono, portiere del Camerun, nel mundial italiano del ’90. Probabilmente ha ragione Buffon: “portiere lo sei dentro”, non lo diventi. Già il ruolo di suo è unico: usi le mani guantate insieme ai piedi. Poi per l’insolita posizione. A volte spettatore non pagante della partita, altre volte chiamato in causa una sola volta, altre ancora basta una papera per mandare in fumo giorni di tattica e sudore. A raccontare questo ruolo ci ha pensato uno dei giornalisti di punta dello sport, Darwin Pastorin con I portieri del sogno (Einaudi, 2009, pp. 88, 11.50 euro). Lo ha fatto a modo suo: non col racconto biografico dei numero 1 (anche se il linguaggio va aggiornato visto che le maglie oggi di numeri ne possono contenere fino a 99), ma attraverso l’intreccio tra letteratura e memoria, binomio poco praticato nel nostro paese. Scopriamo così un Giuliano Terraneo, portiere di Toro e Milan, scrivere poesie, con una passione per Leopardi (“mi piace il suo pessimismo-realismo, così vicino al mio modo di sentire”), che smentisce l’accostamento giocatore-ignorante. C’è poi il Dino Zoff che salva una partita, e ci fa vincere un mondiale (1982), parando sulla linea all’89 minuto un colpo di testa del brasiliano Oscar. Ma c’è anche il gesto meno nobile del peruviano di origine argentina, Ramon Quiroga, che vende la partire per far vincere il mundial ai padroni di casa dell’Argentina nel ’78, per la gioia del dittatore Videla. Rimanendo lontano dall’Italia c’è il controverso Higuita, amico del narcotrafficante colombiano Escobar, più propenso all’uso dei piedi, che decide di prendere parte a un reality e sottoporsi a una serie di interventi di chirurgia facciale; ma anche il paraguayano Chilavert che messi da parte i guanti decide di entrare in politica e arrivato in Italia chiede di avere il libro di Umberto Eco con dedica. Ma soprattutto c’è Michelangelo, anch’egli a suo modo artista: Rampulla è stato il primo portiere a realizzare un gol in serie A su azione. Era il 23 febbraio del’92 e a Bergamo l’Atalanta incontrava la Cremonese difesa da Rampulla. Al 92’ il portiere ex Cesena realizzerà un gol di testa su calcio d’angolo, pareggiando il match. Aveva deciso di uscire dalle regole, un po’ come fece Pelè nel ’59: espulso il portiere del Santos, decise di andare in porta. Lui, il più forte, tra i migliori anche quella volta. Sormani gli dirà: “Sei il più grande anche in porta”.

Filippo Fabbri