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Plautus, che Festival!

Dodici spettacoli, con ben due prime nazionali, che spaziano dai più immortali classici alla drammaturgia contemporanea. Si presenta particolarmente ricco il cartellone del cinquantottesimo Plautus Festival, la rassegna teatrale che anche quest’anno si avvale della direzione artistica di Cristiano Roccamo. Così a Sarsina, città natale del grande commediografo vissuto nel terzo secolo prima di Cristo, si alterneranno nella capiente Arena Plautina – dal 14 luglio al 21 agosto, con inizio sempre alle 21.30 – i grandi tragici greci come Eschilo, Sofocle ed Euripide, passando per i latini Seneca e ovviamente Plauto, fino a Pirandello e Dürrenmatt.
Si comincia sabato 14 con la Festa romana (è la diciassettesima), una rievocazione di quella che doveva essere la vita quotidiana duemila anni fa: non solo usi e costumi, ma – al passo con la gran moda di oggi – soprattutto cibo, preparato dai migliori ristoranti della città. Alla sera, al Foro Romano, lo spettacolo a ingresso gratuito Sulla nave di Teseo, monologo di e con Simone Càstano dove si racconta il viaggio ad Atene dell’eroe che aveva sconfitto il Minotauro.

Il giorno successivo, al Museo Archeologico Nazionale, una première – ma lo spettacolo è solo su invito – Didonis Fabula. La tragedia di Didone dall’epos al teatro: un adattamento di Michele Di Martino che prende le mosse dall’Eneide di Virgilio, con Vanessa Gravina nella parte della regina di Cartagine e la regia di Federico Vigorito. Il 21 luglio, sempre al Museo, un’altra serata con ingresso a invito: Medea, ovvero il melologo (un genere poco frequentato, che prevede una voce recitante e l’accompagnamento strumentale) composto nel 1775 dal musicista ceco Jiri Antonin Benda per l’adattamento, realizzato dallo scrittore Friedrich Wilhelm Gotter, della tragedia di Euripide. Protagonista l’attrice Clara Galante, accompagnata al pianoforte da Cinzia Pennesi, nota anche come direttrice d’orchestra, mentre la regia è di Alessio Pizzech. Nonostante Il fu Mattia Pascal sia nato come romanzo, questa celebre vicenda non è nuova a versioni teatrali: Pino Quartullo la metterà in scena domenica 22 all’Arena Plautina, con la direzione di Guglielmo Ferro. Con un’altra prima nazionale, il 29, si affaccia alla ribalta il genius loci: andrà in scena Pseudolo, una commedia plautina del 191 a.C. in un adattamento di Roccamo, che cura anche la regia. Con un servo protagonista (Ettore Bassi) il sarsinate pose così le premesse dell’intero teatro comico occidentale. Il 3 agosto tocca alle Troiane: non si tratta però della tragedia di Euripide, bensì quella – di almeno cinque secoli successiva – scritta da Seneca e ad essa ispirata. Prestigioso cast, con la partecipazione di Paolo Bonacelli nei panni di Agamennone, di Valeria Ciangottini in quelli di Ecuba e di Edoardo Siravo nel ruolo di Ulisse. Regia di Alessandro Machía. Il 6 agosto Massimo Venturiello, oltre a impersonare Creonte, è anche il regista dell’Antigone di Sofocle, mentre lei, la protagonista, è Giulia Sanna. Il 9 agosto uno sguardo nella modernità, quando Daniele Pecci – accompagnato al violoncello da Chiara Di Benedetto – interpreterà La morte della Pizia, tratto da un racconto del 1976 dello scrittore e drammaturgo svizzero Friedrich Dürrenmatt.
E il 12 agosto si ritorna ancora a Plauto con Miles gloriosus, uno dei titoli più famosi del grande commediografo. Personaggi principali sono gli attori Flavio Albanese (nella foto Giambalvo & Napolitano), il servo Palestrione, che è il vero protagonista, Claudio Castrogiovanni; il soldato Pirgopolinice, ossia il millantatore vanaglorioso; e Luigi Moretti, coordinati dalla regista Marinella Anaclerio. La trilogia dell’Orestea di Eschilo, condensata in soli ottanta minuti nell’adattamento drammaturgico e registico di Giuseppe Argirò, andrà in scena il 16 agosto: nei panni di Agamennone e Clitennestra saranno Maurizio Palladino e Cinzia Maccagnano, Atena sarà invece interpretata da Maria Cristina Fioretti e Cassandra da Silvia Siravo, mentre a Renato Campese spetterà il compito di dare voce al Corifeo.
Domenica 19 tocca a Elisabetta Pozzi, mattatrice di Cassandra o del tempo divorato: una produzione di TeatroDue di Parma, che ha già riscosso ampio successo. Spaziando da Euripide a Christa Wolf, l’attrice si è fatta carico anche della riscrittura drammaturgica (con la collaborazione di Massimo Fini) di questa rivisitazione della mitologica profetessa troiana, e della regia.
La chiusura del Festival, ovviamente, non poteva che essere nel nome di Plauto, con una prima nazionale. Martedì 21, uno dei suoi lavori più celebri, l’Aulularia – la cosiddetta “commedia della pentola” – verrà messa in scena dagli attori del laboratorio teatrale (la loro età è compresa fra i 18 e i 35 anni e, al più meritevole, un’apposita giuria assegnerà il Premio Nazionale Teatrale T. M. Plauto) con la regia di Roccamo, direttore artistico del Festival. Da ricordare poi che all’Arena Plautina – abitudine civilissima – gli spettacoli sono audio descritti per non vedenti e ipovedenti.

Giulia Vannoni