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Percy convince nel Mare dei mostri

Dura la vita di un adolescente, in particolare quando scopri che sei mezzo umano e mezzo dio, che tuo padre è Poseidone e nel tuo Dna c’è aria di Olimpo. Seconda avventura cinematografica per Percy Jackson, l’adolescente semidio creato dallo scrittore Rick Riordan, che dopo aver sconfitto nel 2010 al cinema <+cors>Il Ladro di Fulmini<+testo> deve ora affrontare un viaggio ne Il mare dei mostri per recuperare il mitologico vello d’oro necessario per salvare dei e umani dalla minaccia di un ritorno dei Titani e del mostruoso Krono.
Assieme ai fidati amici Annabeth (Alexandra Daddario) e Grover (Brandon T. Jackson) e con i nuovi “acquisti”, il ciclope Tyson (Douglas Smith) che poi è fratello di Percy, e la giovane guerriera Clarisse (Leven Rambin) figlia del dio della guerra e per nulla intenzionata a farsi mettere sotto, Percy si trova a combattere con i divini poteri scoperti con stupore, anche se la carriera non è delle più semplici.
Questa volta non c’è la parata di guest stars come nella precedente pellicola, dove apparivano Pierce Brosnan, Uma Thurman, Rosario Dawson e Sean Bean (nel “mare dei mostri” si registra solo la presenza di Stanley Tucci, divertente Dioniso punito da Zeus e costretto a bere vino che si trasforma in acqua), preferendo concentrarsi sui ragazzi, adolescenti come tanti (hanno cellulari e iPad ma li usano con parsimonia) ma con la consapevolezza della responsabilità di salvare Terra e Olimpo.
L’avventura è piacevole, divertente con apparizioni fantasiose come l’infuriato Toro della Colchide, l’elegante Ippocampo e la famelica Cariddi vista come uno zannuto gorgo marino e mitologia spicciola rivisitata (Polifemo, le Tre Moire, il viaggio degli Argonauti) in un convicente spettacolo per la famiglia.

Il Cinecittà di Paolo Pagliarani