Home Attualita Occhi puntati sulla criminalità organizzata

Occhi puntati sulla criminalità organizzata

Il clima sta cambiando. Il clima sta veramente cambiando, se al Presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali, davanti ad una notizia di cronaca che parla della gran quantità di alberghi venduti a Rimini e in zona la prima cosa che gli viene in mente è: “Chissà chi se li sta comprando questi alberghi. Dobbiamo farci attenzione!”. I numeri che hanno tanto spaventato Stefano Vitali sono preoccupanti su ogni fronte e non sono gli unici a far sobbalzare dalla sedia: dai cambi di gestione delle attività registrate dallo Sportello Unico del Comune di Rimini che per i primi 6 mesi del 2012 attestava 102 passaggi di mano (142 nell’intero anno precedente); passando per i 200 alberghi che nel 2012 sono stati interessati da un passaggio di proprietà.
Si è preoccupato anche il sindaco di Bellaria, Enzo Ceccarelli, che in Consiglio Comunale ha portato la questione del Centro Congressi cittadino valutando anche la possibilità di rilevarlo come amministrazione, anche per evitare che finisca in mani poco sicure.
È un po’ questo il clima. Nasce ufficialmente in data 18 marzo 2013, l’Osservatorio provinciale per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso voluto dalla Provincia di Rimini, e dai comuni di Cattolica e di Bellaria, ma se ne parla già da tempo.
L’osservatorio sulla criminalità è un “luogo” di monitoraggio e di analisi dei movimenti sospetti. Come missione “lo spazio web avrà un doppio livello di consultazione; un livello pubblico dove le informazioni sono diffuse e depurate dai dati personali e sensibili e visionabili dal tradizionale utente di internet, ed un livello nascosto, contenente la totalità dei dati, raggiungibile solo dagli addetti ai lavori e dalle forze di polizia che sapranno leggere l’evolversi di determinati fenomeni”.
Del cambio di clima ne ha parlato anche il prefetto Caludio Palomba, nel descrivere come si è passati dall’attività repressiva a quella preventiva. L’attenzione sui temi “a differenza di anni passati, non può più essere solo esclusiva delle forze dell’ordine ma deve entrare a far parte di una sorta di sicurezza partecipata non solo da Istituzioni ed Amministrazioni ma anche dalla cittadinanza e dalla società civile. Anche il nostro territorio non è esente infatti dai pericoli della criminalità, ecco perché è necessario intensificare gli sforzi e gli strumenti per la prevenzione, come quelli già avviati sul controllo degli appalti nell’edilizia e sul lavoro nero. È poi importante riuscire a velocizzare e sburocratizzare le pratiche che permettono il riutilizzo, a fini sociali, dei beni confiscati alle mafie. È necessario inoltre aprire le informazioni e metterle in comune, incrociando e confrontando le diverse banche dati ora in possesso a diverse Istituzioni”.
Il messaggio del cambio di clima sembra essere semplice: adesso non ci sono più scusanti. Adesso non si può stare a guardare.

Angela De Rubeis