Home Attualita Nuovi italiani, un esercito che non conosce confini

Nuovi italiani, un esercito che non conosce confini

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Ogni medaglia ha due lati. In Italia, ormai da anni, si parla frequentemente degli italiani che emigrano, della cosiddetta “fuga di cervelli”, di tutti quei cittadini che, delusi dalla classe politico-dirigente e da una sempre più macchinosa burocrazia, decidono di cercare una maggiore qualità della vita oltreconfine, pagando il prezzo di abbandonare mamma Italia. Basti pensare questo: al primo gennaio 2006 gli italiani all’estero erano 3,1 milioni. A gennaio 2016, 4,8 milioni. Tradotto: un aumento del 55% in un decennio, secondo i dati di Istat, Censis e Aire, elaborati da Adnkronos. Numeri notevoli. Trovano meno spazio, invece, sulle pagine dei giornali o nel dibattito pubblico, i numeri di coloro che fanno il percorso inverso, di coloro che decidono di entrare a far parte della comunità Italia, acquisendone la cittadinanza. Secondo i dati di Istat e Ismu, sono ben 205mila coloro che hanno chiesto, e ottenuto, la cittadinanza italiana nel 2016; nel 2005 erano stati 29mila. Numeri altrettanto notevoli, a rappresentare un vero e proprio record.

Diventare italiani
Prima di analizzare nel dettaglio i dati, occorre aprire una parentesi, per illustrare i modi attraverso i quali poter diventare un “nuovo italiano”. I modi di acquisizione della cittadinanza italiana sono regolati dalla legge 91 del 5 febbraio 1992, che li disciplina nel dettaglio. Sintetizzando, i metodi più rilevanti sono cinque.
Si parte dai due metodi “classici”: cittadinanza per filiazione, il cosiddetto ius sanguinis, per il quale il figlio nato da cittadini italiani è, automaticamente, italiano a sua volta (art. 1) e cittadinanza per nascita, il cosiddetto ius soli, che vede cittadini italiani tutti coloro che nascono sul territorio italiano, non automaticamente, ma solo se i genitori sono apolidi o ignoti (art. 1, comma 2).
Altro metodo rilevante ai fini dell’analisi dei dati è quello previsto dall’articolo 5 della stessa legge: acquisto per matrimonio. Lo straniero diventa italiano sposando un cittadino e soddisfacendo specifici requisiti: due anni di residenza legale dopo il matrimonio, in Italia, o tre, all’estero. E proprio la residenza rappresenta l’altro modo di acquisizione rilevante. L’art. 9 della legge contempla l’istituto della concessione della cittadinanza mediante Decreto del Presidente della Repubblica, che prevede modalità differenziate a seconda del periodo di residenza legale nel Paese.

La situazione locale
Come anticipato in apertura, più di 200mila nuovi italiani nel 2016. Ma il dato nazionale ha un riscontro a livello locale, nel nostro territorio? Cominciamo da Rimini. Interpellato sull’argomento, dal Comune riminese arrivano dati che confermano questo trend: nel 2016, infatti, sono stati naturalizzati ben 651 cittadini stranieri e 318 minori, figli dei neocittadini, hanno acquistato a loro volta la cittadinanza perché conviventi con i genitori al momento dell’acquisto. Sono, inoltre, 15 gli stranieri diciottenni che hanno acquistato la cittadinanza italiana perché nati e vissuti ininterrottamente sino al compimento della maggiore età nel Paese. Dati che “sicuramente rappresentano un aumento di almeno 100 posizioni, rispetto agli anni precedenti”, come affermato dall’Ufficio di Stato Civile dell’amministrazione riminese.
La stessa situazione è riscontrabile nel Comune diCoriano. Nell’anno 2016 sono stati prestati presso il Comune di Coriano 28 giuramenti per l’acquisizione della cittadinanza italiana. Nello specifico: 7 (6 femmine e 1 maschio) sono state acquisite per contrazione di matrimonio, 21 (7 femmine e 14 maschi) per residenza legale sul territorio italiano. Un andamento senza genere o età: 13 le femmine (di cui 1 under 30), 15 i maschi (5 gli under 30). A seguito dei giuramenti sopra indicati sono state emesse 22 attestazioni del Sindaco per l’acquisizione di cittadinanza da parte di figli minori conviventi dei neocittadini italiani (12 femmine e 10 maschi). “Si tratta di un aumento consistente.  – le parole di Gabriele Scarpetti, referente dell’Ufficio Servizi Demografici del Comune di Coriano – Considerando il totale siamo passati da 16 nuove acquisizioni nel 2014, a 26 nuovi cittadini italiani nel 2015, fino ad arrivare a ben 50 nello scorso anno”.
In piena regola anche Bellaria Igea Marina, dove il 2016 ha visto 79 nuovi cittadini maggiorenni (65 per residenza, 10 per matrimonio e 4 per nascita in Italia e residenza ininterrotta fino alla maggiore età) e 54 minorenni per naturalizzazione attraverso i genitori, per un totale di 133 nuovi cittadini totali. Sempre una situazione di aumento: il totale degli atti di cittadinanza sono stati 104 nel 2014 e 187 nel 2015.

Ogni regola…
…ha la propria eccezione. Seppur piccola, in questo caso. A Misano Adriatico sono ben 63 i nuovi cittadini italiani nel 2016. Di questi, 23 sono minorenni, diventati cittadini attraverso i genitori, per naturalizzazione,  mentre i restanti 40 sono maggiorenni, di cui 6 under 30. Da questi 40 maggiorenni, emerge come siano sempre più frequenti i modi di acquisizione della cittadinanza per matrimonio (6 soggetti) e per residenza sul territorio (34 soggetti). Eccezione? Si, perché, seppur anche a Misano il trend risulta positivo negli ultimi anni, si registra un piccolo calo rispetto a due anni fa: da 18 neocittadini nel 2010, si passa a 22 nel 2011, 35 nel 2013, 37 nel 2014 fino ai 70 del 2015, superiori ai 63 dello scorso anno.

Valmarecchia…in regola
Spostandoci verso l’entroterra, in Valmarecchia, si torna in piena regola, con l’aumento di nuovi cittadini italiani nell’arco del 2016. A Verucchio il trend è in continua crescita: 26 stranieri diventati italiani nel 2013, saliti a 33, l’anno successivo, numero lievitato nel 2015 a 57, tanto che il Comune ha dovuto richiedere nuovi moduli alla Prefettura. A Santarcangelo, nel 2016 sono state 74 le acquisizioni, di cui 15 per matrimonio, 36 per residenza sul territorio e 23, minorenni, per naturalizzazione attraverso i genitori. Dei 74 nuovi italiani totali, 10 sono i giovani under 30. Numeri in crescita, rispetto ai 57 del 2014 e i 58 del 2015.

Simone Santini