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Novelli, una stagione da applausi

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Ormai ogni località ha la sua stagione teatrale e, nonostante il periodo di ristrettezze economiche, si vedono cartelloni pensati con grande cura, spesso con proposte di buon livello. Del resto anni di contiguità con il Festival di Santarcangelo hanno reso il pubblico più esigente e meno conformista rispetto alle nuove proposte. Rimini ancora una volta mantiene intatto il nucleo principale della programmazione con sette spettacoli di prosa al Teatro Novelli (suddivisi nei turni A, B e C) e amplia l’offerta legata alla produzione odierna, attraverso due sezioni, Tracce D contemporaneo e Turno D-altri percorsi, mentre in Tracce continue si trovano una serie di spettacoli fuori abbonamento.
La grande prosa è inaugurata al Novelli (25, 26 e 27 novembre) dalla Compagnia della Rancia, che propone una versione del celeberrimo musical Cabaret; mentre il fine settimana successivo un capolavoro come Il malato immaginario di Molière può contare su un protagonista poco convenzionale come Gioele Dix (diretto da Ruth Shammah). Si passa a gennaio (20, 21 e 22) con Filippo Dini, regista e interprete di Ivanov, primo lavoro teatrale scritto da Cechov. Anche Luca Zingaretti è impegnato nel doppio ruolo – regia e interpretazione – di The Pride (31, 1 e 2 febbraio): un lavoro del 2008, osannato dalla critica, di Alexi Kaye Campbell, costruito su due storie d’amore parallele. Il prezzo di Arthur Miller (11, 12 e 13 febbraio) si avvale di due interpreti come Massimo Popolizio – anche regista – e Umberto Orsini. Il 7, 8 e 9 marzo Maria Paiato e Arianna Scommegna interpretano Due donne che ballano, ossia la vicenda di un’anziana e della sua giovane badante, di Joseph Maria Benet i Jornet, padre del teatro catalano. E infine (28, 29, 30) Fedra, dove il regista Andrea De Rosa ha contaminato il testo di Seneca con l’Ippolito di Euripide. Nel ruolo del titolo la versatile Laura Marinoni.
Il Turno D-altri percorsi prenderà avvio, sabato prossimo, con uno spettacolo di Paolo Rossi che canta brani di Gianmaria Testa. Domenica 11 dicembre tocca a una drammaturgia di Madame Bovary, il romanzo di Flaubert, realizzata dalla commediografa Letizia Russo, con Lucia Lavia. Si prosegue il 17 gennaio con Le prenom (Cena tra amici) un film di Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière, adattato in italiano per la scena da Fausto Paravidino. Il 4 febbraio il giornalista sportivo Federico Buffa racconta Le olimpiadi del 1936, ossia i giochi che hanno cambiato la storia; mercoledì 8 Moni Ovadia è il protagonista de Il casellante di Camilleri. Il 19, l’appuntamento con la danza è affidato ad Aterballetto, con due coreografie di Johan Inger: Rain Dogs, su musiche di Tom Waits, e Bliss, su quelle di Keith Jarrett. Chiude questa sezione (14 marzo) Simone Cristicchi con Il secondo figlio di Dio di Manfredi Rutelli, uno spettacolo diretto da Antonio Calenda.
Nella sezione Tracce D contemporaneo, ospitata al Teatro degli Atti, si trovano diverse proposte che fanno il punto sui linguaggi contemporanei. Dopo l’Hamlet Travestie di Punta Corsara, interpretato dai ragazzi di Scampia con la regia di Emanuele Valenti, il prossimo spettacolo (18 dicembre) è La famiglia campione – produzione degli Omini – a portare in scena i conflitti generazionali. Il riminese Teatro della Centena propone, il 25 gennaio, Crepare di rabbia, probabilmente di Ilaria Drago, interpretato da Maurizio Argàn, con la regia di Fabio Biondi. Il 24 febbraio Antologia di S., un’ideazione di Riccardo Fazi e Claudia Sorace (Muta Imago), prodotto dal Festival di Santarcangelo. Il 3 marzo i laziali Teatropersona presentano Aure, un loro spettacolo di cinque anni fa. Domenica 19 tocca al Teatro delle Albe con Il volo. La ballata dei picchettini, uno spettacolo di e con Luigi Dadina. Triplo appuntamento con la danza venerdì 24: prima ospite Simona Bertozzi con Prometeo: contemplazione, seconda Paola Bianchi con L’assenza, poi Annamaria Ajmone con Tiny. Ancora danza il 6 aprile, con Traditional Future del coreografo originario del Kenya, Feranando Anuang’a.
In Tracce continue spicca lo spettacolo con cui i Motus (5, 6, 7 gennaio) festeggiano venticinque anni di attività: ritorneranno al Grand Hotel con Raffiche (dedicato a Splendid’s di Genet) per replicare, dopo quattordici anni, quello che è stato un loro grande successo, questa volta declinato tutto al femminile. Due spettacoli sono al Mulino di Amleto: Io muoio e tu mangi di e con Roberto Scappin e Paola Vannoni; Ti lascio perché ho finito l’ossitocina di Giulia Pont.
Sempre fuori abbonamento, dopo l’esordio con Teresa Mannino, il prossimo appuntamento (9 dicembre) è con la Compagnia Corrado Abbati, per il musical La principessa Sissi; il 15 tocca agli Oblivion e a  The Human Jukebox (nella foto di AngeloRedaelli); e il 21 a Nessi, collaudato successo di Alessandro Bergonzoni; il 3 febbraio ad Angelo Pintus con Ormai sono una milf. Infine, il 17, un concerto di Gino Paoli e Danilo Rea dal titolo significativo Due come noi.

Giulia Vannoni