Home Attualita “Non siamo cittadini di serie B”

“Non siamo cittadini di serie B”

A metà settembre, in coincidenza con l’avvio del nuovo anno scolastico, saranno riaperte al traffico sia via Ronchi sia via P. Tosi, anche se a senso unico”, questa la dichiarazione dell’Assessore Filippo Sacchetti sull’ultimo numero di TuttoSantarcangelo (il periodico d’informazione comunale) distribuito ai cittadini un paio di settimane fa. E invece, per il momento, in alcuni tratti lo stato dei lavori è rimasto pressoché invariato.

I residenti di via Ronchi, infatti, circa venti famiglie, lamentano disagi e disservizi circa i lavori che – da oltre un paio di anni – interessano la rete fognaria della zona stazione.

Parliamo con G. Baschetti, residente in via Ronchi, che a nome di tutti i vicini racconta: “Sono state promesse da marinaio. Ci sentiamo veramente presi in giro. L’Amministrazione rimanda di mese in mese l’apertura della strada, nonostante la nostra legittima richiesta di poter vedere finalmente sistemate le cose. Sopportiamo difficoltà enormi ormai da troppo tempo e, soprattutto, sono le bugie che ci esasperano. Ci hanno fatto credere che, con la ripresa della scuola, via Ronchi sarebbe stata riaperta, anche se solo parzialmente. Invece, l’apertura ha interessato solo via Tosi. Al momento, i lavori sono addirittura fermi. Gli automezzi sono stati spostati altrove e ciò dimostra, secondo noi, come manchi proprio l’intenzione di riprendere a breve”.

Paghiamo le tasse come tutti gli altri, eppure da anni ci sentiamo cittadini di serie B”, questo è il grido di protesta che lanciano gli abitanti della strada interessata. Il cantiere è aperto dal 2016 e, ci dicono, inizialmente era previsto che venisse chiuso entro lo stesso anno. Nel corso del tempo i lavori hanno rallentato e sono andati avanti a intermittenza e oggi, a distanza di quasi due anni e mezzo, su via Ronchi sono sospesi.

Tra l’altro – reclamano da via Ronchi – di notte non abbiamo neppure l’illuminazione pubblica. Forse siamo troppo pochi e non contiamo abbastanza?”.

Roberta Tamburini