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Navigare non necesse

image.asp 2_10Internet, senza che ce ne siamo accorti, ormai ci ha in mano. Ce ne rendiamo conto soprattutto quando per un motivo o per l’altro non possiamo essere connessi e ci viene l’ansia. E quando il computer ci dice che l’unica soluzione per risolvere il problema di internet che non va è scaricare un programma da internet, capiamo di essere ormai in trappola. Ma a volte appare un barlume di speranza, una qualche crepa dove c’è ancora spazio per infilarsi. Hai voglia a installare in auto tecnologie satellitari: alla prima rotatoria dove il forestiero sbaglia a contare le uscite o alla prima strada che ha cambiato senso e il dispositivo non lo sa, è la fine. E allora il forestiero che pensava di essere diretto in centro e si ritrova in aperta campagna, ecco che cerca disperato un indigeno a cui rivolgersi. Da giovane, abitando su una strada di collegamento tra l’A14 e il mare, per me d’estate era quasi un secondo lavoro (enti di promozione turistica, ringraziate che non vi ho presentato il conto). Oggi capita molto più di rado ma quando succede è una piccola rivincita sull’esercito di navigatori, tomtom e Google Maps. Con buona pace di quegli automobilisti ingenuamente convinti di arrivare a Rimini e potersi districare come se niente fosse coi loro marchingegni per le strade di una città pensata a vari strati – solo per citarne alcuni – dai romani, dai contadini, dai pescatori, dagli albergatori e dai filadrittisti.

Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini