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Mazzotti: la scommessa… russa

Parte tutto da qui, da San Giovanni in Marignano. Roberto Mazzotti, 41 anni, un lavoro da meccanico sportivo e una ventennale esperienza con i go kart, incontra, presso una pista a noleggio, uno strano personaggio. Un signore russo, di mezza età, Michael Shwartzman.
“Me lo ricordo ancora come fosse oggi – spiega Roberto con un filo di incredulità – dovevo aiutare il gestore a mettere a posto dei kart. Mi si avvicina quest’uomo, dicendomi che voleva finanziare il figlio perché lo riteneva un potenziale fenomeno. Lì per lì ho pensato al solito padre sognatore, poi ho buttato gli occhi in pista e ho visto il ragazzo in azione. E a quel punto ho capito che forse era il caso di provarci”.
Robert, 8 anni, un talento straordinario. Tanto è vero che bastarono un paio di gare per buttarsi a capofitto nella classe 60 easy kart, la prima categoria agonistica che comprende i bambini dai 7 ai 12 anni.
“Suo padre mi chiese di fare da meccanico accompagnatore a Robert – continua Mazzotti – e io accettai. Lo portai a Lonato, in provincia di Brescia, con un kart di categoria baby. Vinse con un filo di gas. A quel punto optai per qualcosa di più difficile, la finale internazionale della 60 easy kart a Lido di Jesolo. Finì tra i primi pure li, e rendeva anni e centimetri a tutti”.
Una sorta di trampolino verso qualcosa di molto più grande. Il padre, galvanizzato dai risultati del figlio, propone a Mazzotti di accompagnare Robert per tutta la stagione agonistica 2007.
“Su 8 gare del campionato italiano classe 60 easy kart, 4 vittorie e 5 pole position. A ottobre, alle finali nazionali, quarto su 100 partecipanti. Il tutto su un kart della Birel (primo produttore mondiale di kart, ndr) uguale per tutti i partecipanti, e quindi con lo stesso telaio e motore degli avversari. Correndo con una licenza italiana, pur non parlando una parola di italiano”.
Il trio comincia a sentire odore di successo, non si può più gestire la situazione da amatori. Occorre creare un team vero e proprio, per tuffarsi a 360 gradi in uno sport che è nato in Italia e ha l’Italia come patria di riferimento.
“Michael mi propose di fondare un team, una vera squadra. Finanziò tutto, e mi lasciò la possibilità di ingaggiare altri piloti. Mi specializzai nell’organizzazione delle gare, ingaggiando un tecnico in pensione, un guru internazionale nel campo della velocità. Si chiama Walter Masini, e oltre ad essere stato un pilota di valore internazionale, è stato meccanico di Trulli, Fisichella e Zanardi. Come l’ho convinto? Gli ho chiesto di vedere Robert in pista. È rimasto folgorato pure lui. Questo ragazzo arriverà lontano, di sicuro in Formula 3000 e in GP2, l’anticamera della Formula 1. Posso metterci due mani sul fuoco”.
Nel 2008, 4 successi e due terzi posti nelle 6 gare fin qui disputate. La scuderia Mazzotti adesso ha altri 4 piloti, due dell’età di Robert e altri due più grandi, che correranno la Coppa Europa in Polonia, dal 18 al 24 agosto, nella classe 100 e 125. Tutti di San Pietroburgo. Come Robert.
“È una soddisfazione enorme, un sogno che si avvera – conclude Roberto – anche se bisogna sempre stare coi piedi per terra perché il karting, e in generale le corse, vivono sui risultati. Se vinci, tutti vogliono venire da te. Se perdi, fanno presto a mollarti. Io ho lasciato il mio lavoro per buttarmi a capofitto sulla mia scuderia, adesso organizzo, tengo contatti, progetto la scaletta delle partecipazioni alle varie corse. I ragazzi devono capire che vincere o perdere aiuta in egual maniera, Robert l’anno scorso perse una gara di un soffio e pianse per un’ora dietro l’angolo. I russi vogliono tutto e subito, ma siamo riusciti a fargli capire che ci vuole tempo. Michael e Robert lo hanno capito, anche perché ormai tra di noi c’è un rapporto di complicità totale”.

Matteo Peppucci