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Giovani e comunità: un solo cammino

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Se la parrocchia è viva, creativa e dinamica, ecco che i giovani sono protagonisti. Questo è il motto della parrocchia di Santa Maria Mater Ecclesiae di Villaggio 1° Maggio di Rimini. I giovani sono un patrimonio umano da valorizzare e custodire: la loro presenza è fondamentale, ma deve essere inserita nel contesto già ampio della comunità.
Don Tarcisio Tamburini, colui che li segue da ormai 12 anni, non vuol sentir parlare di un lavoro con i giovani assolutamente slegato dalla parrocchia. Con lui abbiamo parlato di questo ed altro.

Quali sono i tratti distintivi della pastorale?
“Anzitutto preciso che la nostra è una parrocchia di periferia e pertanto la proposta educativa e formativa è legata a bisogni e abitudini di giovani che non abitano in città. I due elementi imprescindibili sono l’aggregazione, perché il saper stare insieme è fonte di arricchimento, e la formazione attraverso la fede. Una fede concreta, la possibilità di vivere l’esperienza cristiana nell’impegno scolastico, in famiglia, con gli amici.”

Perché i ragazzi scelgono la parrocchia?
“Alla base della loro radicata e volontaria scelta di vivere la parrocchia c’è sicuramente il cammino di iniziazione cristiana. Il parco ragazzi che abbiamo va dalla prima elementare alle superiori. Il motivo? La catechesi che si fa non è di quelle finalizzate solo al sacramento, ma si tratta di una catechesi per la vita.
Indubbiamente per far crescere bene i giovani ci vuole tempo, tanto tempo, occorre spendersi e serve innamorarsi. Senza dimenticare il ruolo decisivo di animatori ben preparati e motivati.”

L’associazionismo è sviluppato?
“Il nostro gruppo è slegato dall’AC, ad esempio, anche se solitamente si cerca di partecipare alla vita diocesana dell’Azione Cattolica, con la quale c’è contatto e relazione. Non a caso un gruppo di ragazzi andrà alla GMG a Cracovia quest’estate.”

Che rapporto c’è tra i giovani e il resto della comunità?
“La comunità è una grande famiglia, formata da tanti gruppi che, pur mantenendo la loro specificità, devono sentirsi parte di un unico grande corpo. Non rientra nei nostri piani fare una pastorale giovanile a sé stante. Solamente inseriti in un contesto accogliente, vivace e ricco di iniziative, i ragazzi daranno il meglio di loro e vivranno un vero cammino cristiano. Il mio già grande auspicio è che nei tempi a venire si possa studiare qualcosa di nuovo per non far mai mancare quella linfa vitale necessaria alla parrocchia per andare avanti, a maggior ragione in una realtà così diversa e complessa come quella di oggi.”

Tommaso Mazzuca