Home Cinecittà I manifesti di una madre in cerca di verità

I manifesti di una madre in cerca di verità

Tre cartelloni pubblicitari in disuso su una strada poco trafficata della cittadina di Ebbing, nel Missouri: perfetti per la “campagna” della tosta e coraggiosa Mildred (applausi a Frances McDormand), intenta a scuotere una comunità e la sua inattiva polizia capitanata dall’odioso sceriffo Willoughby (Woody Harrelson), con al fianco l’altrettanto abietto (e razzista) agente Dixon (Sam Rockwell), perché indaghi sulla brutale morte della figlia, delitto rimasto senza risposta dopo sette mesi. Il regista Martin McDonagh, già autore di In Bruges, si cimenta con la provincia americana più “nascosta”, contenitore di tensioni e di odio, con poliziotti arroganti e cittadini incapaci di qualsiasi atto di solidarietà, esclusi pochissimi amici di Mildred. La battaglia di Mildred è contro un sistema disinteressato a trovare la verità ed intraprendere la strada della giustizia, contro una polizia più attratta nel picchiare i neri che al darsi da fare per scoprire il responsabile dell’efferato omicidio. Lei “picchia duro” con la sua caparbietà, sia moralmente che fisicamente (vedi cosa capita a due compagni di scuola del figlio) in un’atmosfera nera come da copione (di classe) del cinema americano che più volte ha raccontato “piccole città” placide nell’aspetto, scarsamente accoglienti nella qualità di vita. Finale aperto, con epilogo in mano allo spettatore, che certo sarà turbato e provocato dal clima che si respira nell’ immaginaria ma crudelmente realistica cittadina, teatro della vicenda (in realtà il film è girato a Sylva, Carolina del Nord). Un clima soffocante generato dall’indifferenza di fronte ad una morte catalogata come “una delle tante”.
Premio per la miglior sceneggiatura a Venezia, quattro Golden Globe e possibile ingresso alle nomination agli Oscar: il bottino per questo film.

Il Cinecittà di Paolo Pagliarani