Home Attualita Ma che bello il… fai da te!

Ma che bello il… fai da te!

Michela riveste ante dell’armadio con piastrelle. Rosy ricama a punto treccia. Erica ricicla materiali e inventa oggetti utilizzando quello che ha in casa. Che si tratti di un hobby o di un lavoro vero e proprio, in questi tempi di difficoltà economiche, torniamo al vecchio detto “il bisogno aguzza l’ingegno”. Mai come in questo periodo, infatti, fioriscono corsi di fai da te e aumentano le vendite di materiali per creare confezioni, bomboniere e altri oggetti, o per riparare abiti rovinati.
“Sono tante le persone che vengono ad acquistare tulle e nastrini, per realizzare con le proprie mani, bomboniere per le occasioni più svariate, dal battesimo alla laurea – spiega Patrizia Cocchi una delle titolari della Bottega delle Idee di Rimini – inoltre molti ci chiedono se abbiamo le cerniere dei pantaloni. Un prodotto che non teniamo, ma abbiamo notato che negli ultimi anni sono in molti a chiedere cose di questo tipo per le riparazioni. Come anche le tinture per i tessuti che acquistano sempre più spesso perchè magari si è macchiato un vestito e lo si vuole tingere per poterlo indossare ancora”.
Se dunque negli anni del boom economico e del consumismo ogni occasione era buona per cambiare abito, attualmente sembra verificarsi il contrario. Con un certo gusto riconquistato per il riciclo delle cose usate.
“Spero proprio che si ritorni al riutilizzo dei materiali – racconta Michela, riminese, 42 anni – nel tempo libero amo molto rimodernare mobili, dipingere pareti. Ho trovato una persona che dismetteva alcune piastrelle e con queste ho rivestito un’anta di un armadio. Sono attività molto rilassanti che aiutano ad esprimere la propria personalità. Bisognerebbe insegnarle anche ai ragazzi, magari nei centri giovani”.
Non solo voglia di riciclare e riparare per risparmiare dunque, ma anche per inventare, per usare la propria creatività. Magari attingendo al passato per prenderne spunto ma senza nostalgia, anzi con la voglia di reinventarlo per rendere migliore il presente.
Come Rosy, quasi 50enne, che frequentando un corso di ricamo ha scoperto una tecnica antica nata per fare le coperte per i buoi, il punto treccia di Savignano. Il ricamo applicato ad una tela grezza (tipo i vecchi asciugamani della nonna) diventa un rivestimento per copripiumoni, tovaglie e centrotavola. “Per Natale ho regalato ai miei cari molte di queste cose – spiega Rosy – devo dire che sono regali fatti con le tue mani e hanno dunque un maggior valore affettivo”. In questo modo anche un hobby da qualcuno considerato un po’ costoso (per via del prezzo dei filati e dei materiali) diventa strumento per confezionare cose utili e originali. Come i berrettini, le sciarpe, i guanti e le maglie che realizzano le partecipanti al corso per imparare a lavorare ai ferri e all’uncinetto di Università aperta, a Rimini. “In genere donne dai 18 ai 60 anni molto interessate e quest’anno in crescita numerica – spiega l’insegnante, Loredana Pacassoni – guardano i modelli sulle riviste o le più giovani su internet, alcune portano con sé il tablet e prendono spunto. Oppure li vedono nei negozi ma non vogliono spendere tanto e cercano di farseli da sole”. Un’attività tipicamente svolta durante l’inverno anche se “lo scorso anno, nel periodo estivo, grazie alla collaborazione di due bagnini, ho potuto organizzare alcuni corsi gratuiti di ferro e uncinetto anche sotto l’ombrellone!”.
Il costo dei prodotti realizzati anche qui dipende molto dal tipo della lana o degli altri filati che si scelgono. Si va da un minimo di trenta euro circa per una maglia a un massimo di cento per un cappotto, con la sicurezza della qualità, perchè è noto che un “made in china” lo trovi ancora a meno.
A volte imparare un’arte significa anche diventare abili nel fare piccole riparazioni e aggiustamenti ed anche in questo caso il contenimento dei costi è assicurato oltre alla soddisfazione per aver svolto il lavoro con le proprie mani. “Quando compri un paio di pantaloni in un negozio – racconta Mariastella Cevoli, sarta 70enne – ti chiedono circa 8 euro per fare l’orlo, ma se impari a farlo da sola li risparmi”. Mariastella è l’insegnante del corso di taglio e cucito che viene tenuto ogni anno presso l’Acli di Rimini. Anche qui quasi tutte donne (un solo uomo tra gli iscritti nei corsi passati) tutte molto interessate e in costante crescita numerica. “Tra le partecipanti vi sono diverse universitarie che vogliono imparare a fare da sole piccoli lavori come imbastire i pantaloni, stringerli, fare il modello base di una gonna. C’è anche chi alla fine è riuscita a realizzare un vero e proprio abito”.

Silvia Ambrosini