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L’uomo delle zucche

Bianchi zucche

Chiamarlo “coltivatore col sale in zucca” è fin troppo facile. 27 anni, di Passano, la frazione di Coriano paese natale dell’indimenticato Marco Simoncelli, questo Marco non sfreccia su due ruote ma ha saputo far correre veloce una passione fino a farla diventare un mercato dalle forme suggestive. Le zucche di Marco Bianchi nel giro di pochi anni han fatto il giro del mondo: dall’Europa agli Stati Uniti fino ai giardini del principe del Giappone, Akishino, secondogenito nella linea di successione dell’imperatore del Sol Levante e dell’imperatrice Michiko. La mail era una delle tante, ma arrivava dal Giappone, portava con sé una richiesta precisa (un determinato tipo di zucca, la lagenaria) e l’indirizzo della casa imperiale del Giappone.
Dopo il primo momento di sorpresa, dovuto anche al fuso orario, Bianchi si è ripreso e dal mattino alla sera le zucche sono state spedite a destinazione. “Il principe Akishino è un noto appassionato di botanica. E ha portato alcuni dei nostri esemplari nel proprio paese per collezione” chiude il cerchio il coltivatore corianese.
Le zucche di Bianchi vantano estimatori in tutto il mondo, e la sua azienda è anche mèta di “pellegrinaggi” di agricoltori ed esperti da tutto il pianeta. In estate, direttamente da Budapest, ospite speciale della azienda corianese è stato Radnai, esperto artigiano di birimbao, venuto in Valconca proprio <+cors>“per fare il pieno di nostre zucche”.
E pensare che tutto è nato da cinque zucche. La famiglia Bianchi è da generazioni di agricoltori. Nessuno si stupisce quando babbo Roberto e mamma Donatella portano in regalo dalla Fiera di Sant’Agata al figlio dodicenne cinque coloratissime – e un po’ gibbose – zucche. Quegli ortaggi dalle forme naturalmente artistiche e dai colori vivaci, scatenano nel ragazzino una passione capace di trasformarsi in esuberante imprenditoria della terra.
Studia il prodotto, prova e riprova il giusto mix di semi per ottenere zucche dai colori e tipologie più strane, si intestardisce e mette a punto il progetto. Resta da convincere il babbo a cedere un pezzettino di terra per piantare le amate zucche. E la mamma a scucire i denari necessari ad acquistare il dominio www.zuccheornamentali.com. Cosa c’entrerà poi internet con il lavoro della terra e con le zucche più contorte della Valconca, è tutto da inventare, avrà pensato la madre. Ma l’amore per il figlio ha superato gli interrogativi e il progetto è diventato realtà. “Il successo del progetto sta tutto qui: nella possibilità di vendere direttamente dal produttore al consumatore finale – assicura sorridente Marco – . Attraverso i social ognuno può scegliersi la propria zucca, vederla, ordinarla e riceverla a casa in pochi click”.

Proprio come è accaduto con il principe del Giappone e tanti altri acquirenti che si “affacciano” virtualmente sull’appezzamento del produttore di zucche.
I risultati dell’esuberante imprenditore han convinto il padre: dai primi 10.000 mtq destinati a zucca l’azienda è passata a 50.000, e le operazioni per allargarsi proseguono. Le richieste che arrivano dall’Europa e da oltre oceano hanno convinto Bianchi a raddoppiare, “coprendo una superficie di 11 ettari”, ovvero 110 volte la misura iniziale sulla quale il ragazzino di 12 anni aveva piantato le prime cinque zucche. E anche le cene a lume di candela tra le piante di zucca fiorita organizzate in estate, sono state molto apprezzate.
Bianchi ci tiene: “Le zucche non sono tutte uguali, ognuna è unica e il cliente è curioso”. Quelle classiche (da 1 a 7 euro) si accompagnano a quelle ornamentali (anche da 1,5 euro) fino alle lagenarie, quelle volate nel Sol Levante. Tra l’altro sono le preferite di Marco: possono diventare vasi, anfore e perfino strumenti e presepi, se intagliate con amore e sapienza. Gli ingredienti speciali di Bianchi: “Non vendo solo zucche, vendo un’emozione”.

Paolo Guiducci