Home Attualita L’odio è una spirale. Fermiamola!

L’odio è una spirale. Fermiamola!


Un genio come William Shakespeare avvertiva: “Serbare rancore equivale a prendere un veleno e sperare che a morire sia l’altro”. Chi sa amare il nemico, nonostante l’ingiustizia subita, fa della sua vita un tesoro prezioso anziché un tormento. Spezzare il circolo vizioso della vendetta e dell’odio non è però un atto che s’intraprende a cuor leggero.
Perdonare significa “tornare liberi”. Un cammino difficile, ma pieno di significato. Chiunque può compierlo.
Giancarlo Randi, il dirigente di Hera che, dopo l’assassinio della moglie, si è scoperto capace di perdonare il suo carnefice. Coinvolgendo in questo processo disarmante persino i figli.
La moglie fu ammazzata e trovata qualche anno fa in un campo, in condizioni tali per cui la prima idea fu che a compiere l’atroce delitto fossero stati degli stranieri, albanesi, rumeni, dell’Est Europa ecc.
Due giorni dopo, chi aveva commesso il delitto (quasi col desiderio di farsi riconoscere e catturare) utilizzò la carta di credito della signora, fu individuato subito, era una persona del luogo. Un compaesano. Randi spiegò tutta la vicenda alla figlia, che era in classe con la figlia di chi aveva ucciso la moglie. A dramma si aggiunse dramma. “La tua compagna forse non sa ancora niente, sarebbe meglio che tu glielo dicessi tu. Prima però – aggiunse il marito della donna uccisa e papà della ragazzina orfana di madre – devi capire che dovete essere ancora più amiche, perché viviamo lo stesso dolore”.
Riconoscere che il dolore di una bambina il cui padre ha commesso un delitto è lo stesso di un marito e di una figlia che hanno avuto la moglie e la mamma ammazzata, è una cosa che mette i brividi. Randi non ha mai voluto esporsi di fronte alla stampa, ai media, per evitare, lui che è religioso, che della sua religiosità si facesse un “santino”. Spiazzante per chi non accoglie la possibilità che perdonare non vuol dire dimenticare ma restituire uno spazio di libertà a chi si è macchiato di un crimine.
La memoria – secondo Andrea Canevaro, educatore e docente di pedagogia speciale all’università di Bologna che su questa vicenda è tornato più volte, è anche un’organizzazione mentale che va padroneggiata, non può essere qualche cosa che viene sempre fuori impropriamente, perché in questo modo si fa uno sciupio della memoria, che invece è troppo importante, preziosa.
“Perdono è termine umanamente non del tutto esplorabile, specie per chi toglie una vita. Ma va fermata la spirale dell’odio” raccomandava il dirigente d’azienda bolognese Giancarlo Randi al termine di uno dei primi incontri promossi dall’Università del Perdono a Rimini. Una lezione di vita. Spezzare il circolo vizioso della vendetta e dell’odio non è però un atto che s’intraprende a cuor leggero.Ma è un’ulteriore testimonianza che perdonare non solo è possibile ma amplifica la vita.

Paolo Guiducci