Home Vita della chiesa Lo schema di ‘don Gius’ indica la strada

Lo schema di ‘don Gius’ indica la strada

Che cosa sono quelle frecce direzionali con sopra una “X”, che campeggiano nella rotonda che porta al Palacongressi? Se lo stanno domandando molti riminesi e turisti provenienti dall’autostrada, da quando – tra la fine di luglio e l’inizio di agosto – è stato completato un nuovo originale manufatto. Si tratta di una scultura sui generis, commissionata da Marco Ferrini, Antonio Smurro e Sergio de Sio, sostenuta da tanti e progettata dall’architetto Marco Benedettini, allo scopo di ricordare don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione di cui è in corso la causa di beatificazione. L’intenzione è quella di ricordare il sacerdote lombardo non certo in stile formale e celebrativo, bensì in modo da suscitare una domanda e proporre la risposta, così come ha sempre fatto “il Gius” durante la sua vita, incontrando intere generazioni di studenti, lavoratori e adulti per annunciare loro Gesù Cristo. La scultura si è incaricata del compito di ricostruire uno schema che Giussani era solito tracciare alla lavagna, mentre insegnava al liceo o in università, quando interveniva alle “Scuole di Comunità” oppure nel corso di conferenze e incontri pubblici. L’invenzione grafica di don Giussani, in estrema sintesi, raffigura i termini del rapporto tra l’uomo e Dio lungo la vicenda umana: nello svolgersi della storia gli uomini hanno tentato e tentano di immaginare e di stringere rapporto con il “quid” che la ragione stessa riconosce come il proprio destino; tutti questi tentativi, nobili ma insufficienti, vengono superati dalla discesa stessa della “X” nella storia, cioè dalla compromissione di Dio con l’uomo. In poche parole, è un modo per illustrare l’Incarnazione, cioè il dogma centrale della fede cristiana, mediante una suggestiva immagine logico-razionale.
Il monumento ricorda anche il notevole influsso ed impatto della figura di Luigi Giussani nel territorio e fra la popolazione riminese: fin dagli anni Settanta sono stati svolti qui innumerevoli convegni annuali (studenti, lavoratori, adulti) del movimento e della Fraternità laicale da lui guidati; già ben quaranta edizioni del Meeting per l’amicizia fra i popoli; fin dal 1962, dall’incontro con il compianto don Giancarlo Ugolini, il metodo educativo di Giussani ha messo saldamente le radici a Rimini e provincia; del resto fu proprio “viaggiando verso Rimini”, nei primissimi anni Cinquanta – discutendo in treno con un gruppo di studenti liceali e scoprendo “la loro enorme, cosmica e spaventosa ignoranza” del cristianesimo – fu così che nel giovane sacerdote ambrosiano nacque l’intuizione che lo portò da quel momento in poi ad impegnarsi a fondo proprio nell’educazione dei giovani; viaggiando verso Rimini nacque in lui «la voglia che la gente capisca», «non il mio parere o quel che dice il mio partito», ma «ciò per cui il cuore è fatto; che la gente capisca un po’ di più il destino per cui è fatta».