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L’Indiana Jones riminese della fede

Da Rimini alla Terra Santa inseguendo una passione fino a “scavare” la geografia attraverso la storia, così da trasformare la leggenda in una certezza. È un po’ l’appassionante vicenda di Daniele Baffoni, archeologo riminese di 33 anni, che ha dedicato i suoi studi al luogo della crocifissione di Pietro, a Roma, e alla casa dell’apostolo primo papa a Cafarnao, in un susseguirsi di rivelazioni e colpi di scena.
L’archeologia è entrata per gioco nella vita di Daniele, ma ne ha condizionato tutta l’esistenza.

Quando si dice il Destino, Daniele…
“Sono l’ultimo di quattro fratelli, e in casa esisteva un solo pc. Tra i tanti giochi messi a disposizione da mio fratello ho scelto Tomb Raider: avevo 10 anni, è stato amore a prima vista.
Ogni anno seguivo il nuovo capitolo di questo videogame di archeo-esplorazioni. Mi sono così immedesimato nel personaggio principale di Lara Croft, che ai tanti sport già praticati, ho aggiunto quelli in cui lei eccelleva. Tomb Raider ha segnato così tanto la mia adolescenza che a 18 anni mi sono buttato”.

Hai scelto l’archeologia, e lo hai fatto con un gesto originale.
“Ho invitato tutte le persone che avevano influito positivamente sulla mia vita ad una cena. Alla fine della serata ho pronunciato un discorso davanti a 70 persone dal titolo ’Della rivelazione’, le cui parole conclusive erano Tomb Raider e archeologia”.

La prima esplorazione è stata Roma.
“È il 2005, inseguo un sogno e intendo farlo tutto da solo. Sbarco nella capitale senza una casa, e mi sciroppo mesi di bed&breakfast giornalieri, con enormi difficoltà logistiche.
Faccio un passo indietro, all’orgoglio subentra una presa di coscienza che da solo non riesco a farcela, e chiedo aiuto. Un amico di famiglia a gennaio 2008 mi mette a disposizione un’abitazione a Campo dei Fiori. Mi sembra un sogno”.

Gli studi proseguono, e con successo. Ma l’imprevedibile è dietro l’angolo, e ti aspetta a Rimini.
“I miei genitori a Natale 2012 sono pronti per un viaggio in Terra Santa. Il biglietto costa 1.100 euro, ma io non intendo andarci, anche se ho guadagnato proprio 1.000 euro in lavori di eventi.
Alla messa della Vigilia di Natale, a San Giuseppe al porto, don Mario Vannini ci accoglie così: «Siete pronti per partire?». Mi sento chiamato in causa, forse si è liberato un posto, mi precipito a Roma a riprendere il passaporto e nel viaggio di ritorno ho la conferma: posso partire!”.

Un viaggio che segnerà per sempre la tua vita, e non solo quella professionale.
“Le coincidenze per i francescani sono Dio-incidenze. La nostra guida è padre Carlo Cecchitelli, ex Custode di Terra Santa. Grazie a lui incontro padre Pierbattista Pizzaballa, il Custode che si è formato al Convento delle Grazie di Covignano. «La nostra non è una religione, ma storia. Crediamo ad un uomo che è figlio di Dio. Se elimini la geografia dalla storia, resta solo la leggenda». Sono folgorato.
Nel gennaio 2013 incontro nuovamente padre Cecchitelli a Roma, e – grazie al verucchiese padre Massimo Pazzini, decano dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, e a Tommaso Saltini di ATS che collabora con i Francescani – si apre un orizzonte straordinario. I francescani cercano due volontari per un mese a Gerusalemme per un lavoro d’archivio. Febbraio 2014: sono già al lavoro! Stringo amicizia con padre Eugenio Alliata, responsabile di Archeologia tra i Francescani, grazie al quale riparto successivamente – e da solo – per Gerusalemme: vivo per due mesi con i frati e abito in un alloggio messomi da loro a disposizione.
È il momento di scegliere la Magistrale: dopo aver scavato al Colosseo, in Toscana e in Liguria, non ho dubbi: lascio perdere Archeologia Classica e scelgo Archeologia Orientale.
Scavare in Terra Santa, dove ha vissuto Gesù cambia completamente la prospettiva”.

Se elimini la geografia dalla storia, resta solo la leggenda.
“All’Angelus il Papa invita chi si sente chiamato da Cristo a seguirlo in qualsiasi forma, senza paura. Mi sono fidato. Maggio 2015: riparto per la Terra Santa, destinazione Cafarnao. Studio la casa di San Pietro (alcuni resti nella foto a fianco) e tutte le evidenze archeologiche. Ad esempio, si tratta di un luogo custodito e preservato urbanisticamente già dai primi secoli d.C. E ancora, la sinagoga di fronte all’abitazione (nella foto piccola), il tetto presumibilmente di legno e paglia scoperchiabile attraverso il quale viene calato il paralitico del vangelo, ecc”.

Laurea con il massimo dei voti. Ma è nella vita che ti sei sentito promosso.
“Per proseguire gli studi in Terra Santa occorreva un dottorato di ricerca. Cinque posti in Italia, non ce l’ho fatta, ma sono stato scelto per la Scuola di Specializzazione a Trieste. Ma il 1 aprile si apre un’altra strada: l’inizio di un dottorato con un Pontificio Istituto. Il primo anno è terminato con buoni voti, ora sono in stand by.
Ho lottato tanto, e aver ’parcheggiato’ temporaneamente gli studi è una ferita. Ma dentro di me c’è anche la certezza che Dio Padre buono dà e Dio toglie e niente accade senza senso: tutto è dono”.