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L’Emilia Romagna ostaggio dell’usura

Dal 2011 a fine 2016 l’usura è cresciuta, in Italia, al ritmo di circa 2.2 milioni di euro al giorno. Il debito medio contratto dagli usurati con gli strozzini è passato da 90mila a 125mila euro. Sono solo alcuni dei dati elaborati da Confesercenti in collaborazione con ‘Sos Impresa’ che presentano l’andamento del cosiddetto mercato illegale. Il prestito a strozzo nel 2011 aveva raggiunto un giro d’affari di 20 miliardi e coinvolgeva 200mila tra professionisti, commercianti e imprenditori, ma solo cinque anni più tardi è schizzato a 24 miliardi. Un giro di malaffare che tocca soprattutto il nord Italia, Emilia Romagna compresa. A seguito delle parole dell’allora presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, in visita a Rimini e a San Marino nel 2017, e dopo la relazione sulla criminalità organizzata di Franco La Torre, figlio di Pio, sindacalista e uomo politico ucciso da Cosa Nostra il 30 aprile 1982, è Domenico Cuttaia, Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, a ribadire che la mafia c’è e investe anche nel territorio emiliano romagnolo. Ospite del Rotary Club Rimini Riviera, il prefetto ha spiegato come negli ultimi anni pur essendo aumentati, gli episodi di usura e di estorsione non vengono alla ribalta.

L’espansione – ha commentato Cuttaia – avviene soprattutto al nord, territorio vergine e ricco. Nonostante questo dato preoccupante per la società e per la salute della sana economia territoriale e nazionale, si riscontra una diminuita attenzione degli organi di informazione su questi temi”.

Un minore appeal giustificato probabilmente dalla mancanza di vittime per la strada e per l’assenza di un clima di paura evidente. I reati dell’usura e dell’estorsione, facilmente riconducibili alla criminalità organizzata, hanno visto il loro momento più buio tra gli anni ’80 e i ’90 quando si concretizzavano attraverso il terrorismo e le stragi a cielo aperto.

I commercianti che si ribellavano – ha rammentato il Commissario straordinario – venivano massacrati e in loro aiuto accorsero le associazioni di categoria che chiesero maggiori tutele allo Stato italiano. Oggi però quelle leggi non sono più sufficienti a contenere la situazione” ha messo in guardia il tecnico con riferimento a un’urgente attualizzazione della normativa. Del resto proprio l’Emilia Romagna è la regione con il più alto numero di denunce per estorsione segnalate all’Autorità Giudiziaria. A farlo presente in un’interrogazione alla Giunta regionale è stato il consigliere Gianluca Sassi con riferimento al boom di esposti registrato dalla Cgia di Mestre, dal 2006 al 2016 con un aumento del 77 per cento.

Come segnalato dall’indagine della Confesercenti, il fenomeno dell’usura, come per le estorsioni, si è intensificato tra il 2010 e il 2016. Si tratta di un reato difficile da dimensionare in quanto nella maggior parte dei casi le vittime non hanno il coraggio di denunciare i propri strozzini. Proprio guardando alle vittime il commissario Cuttaia ha precisato che è molto importante da parte della società avere considerazione nei confronti di coloro che vengono raggirati.

Lo Stato – ha messo in chiaro – prevede un sostegno finanziario per le vittime, ma se i reati di usura e di estorsione non vengono denunciati è molto difficile indagare per individuare i responsabili”.

Il legislatore con le leggi 108/96 e 44/99 ha elaborato un sistema che prevede per coloro che denunciano reati di questa natura e che hanno ricevuto danni “una soddisfazione di tipo economico”. L’intervento è di due tipi: da una parte si tratta del “Fondo di solidarietà” operante presso il Ministero dell’Interno senza dover attendere la conclusione del procedimento penale in terzo grado, dall’altra invece si fa luogo a una concessione di un mutuo senza interessi elargito dallo Stato. “In quest’ultimo caso il procedimento viene valutato da un apposito comitato composto da autorevoli rappresentanti delle associazioni di categoria designati dal Cnel, dai ministeri e poi dal commissario”.

Alessandro Notarnicola