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Le cinque parole

Siamo un gruppo di giovani, tra i 16 e 28 anni che vivono a Rimini, anche se non tutti siamo nati qui. Abbiamo storie, provenienze, esperienze di vita e di fede molto diverse.
In vista del “Sinodo dei giovani” ci siamo ritrovati e abbiamo lavorato insieme. Ci è stato chiesto di esprimere il nostro punto di vista e elaborare alcuni consigli da rivolgere al mondo degli adulti, ma anche a tutti i giovani della nostra città.
Abbiamo scelto cinque parole che ci sono sembrate importanti.

#OPPORTUNITÁ
I giovani hanno tanti punti di forza e talenti da esprimere: voglia di imparare, determinazione, inventiva. Non abbiamo paura di sperimentare, siamo curiosi rispetto alle novità. Le nuove occasioni rappresentano per noi uno stimolo a fare sempre meglio. Siamo pieni di speranza.
Ma abbiamo anche alcune difficoltà: fatichiamo spesso a trovare sicurezza nel mondo del lavoro, anche perché abbiamo ancora poca esperienza e competenze, e in generale è sempre più difficile diventare autonomi. La nostra generazione vive una situazione difficile e diversa da quelle precedenti. Non esiste un “tutorial” per tutto e non abbiamo sempre risposte a tutte le nostre domande! Purtroppo veniamo molto spesso anche illusi. D’altra parte non sempre siamo obiettivi e a volte siamo un po’ pigri. Dobbiamo essere noi i primi ad attivarci e a sconfiggere l’apatia senza trasformare tutto in una scusa!
Agli adulti chiediamo di offrirci reali opportunità, a noi il compito di coglierle.

#FIDUCIA
Non sempre gli adulti alimentano fiducia in noi giovani. Costantemente siamo criticati e spesso vengono messe in luce solo le nostre debolezze, la dipendenza dalla tecnologia o la fatica a trovare lavoro. Sarebbe bello sentire la voce di qualcuno che desse a tutti i giovani, nessuno escluso, la speranza di poter costruire una vita piena e soddisfacente.
La fiducia non è un atto dovuto, ma devi guadagnartela e impegnarti per ottenerla. Anche noi ragazzi non dobbiamo solo lamentarci per quello che non abbiamo, ma attivarci in prima persona.
Spesso la frustrazione degli adulti nel non vedersi realizzati o nel non vedere realizzati i propri figli tende a dividere ulteriormente le due generazioni aumentando i contrasti. Dateci e diamoci fiducia. Quello che ci serve non è uno scontro, ma incontrarci. Siamo sicuri che davanti alla nostra disponibilità, gli adulti non resteranno indifferenti.

#ASCOLTO
Mettersi in ascolto è il primo passo per costruire una relazione vera. Non bastano le critiche, dobbiamo costruire qualcosa insieme mettendoci tutti in gioco in prima persona, con umiltà, pensando che anche i più giovani possono avere delle cose interessanti da dire. Gli adulti hanno bisogno delle competenze dei giovani e noi della loro esperienza.
Dall’ascolto deve nascere un cambiamento.
Agli adulti, e soprattutto a chi ha responsabilità, vorremmo dire di dare spazio ai giovani, cercarli nei posti dove vivono e dare valore alle loro idee, alla loro cultura, al loro senso civico. Dobbiamo essere coinvolti nella vita della nostra città, partecipi, attivi e soprattutto giovani pensanti.
Ci sentiamo ascoltati quando gli adulti non ti dicono solo cosa devi fare o cosa farebbero loro ma ti chiedono: “Cosa vuoi davvero? Cosa cerchi?”.
Se ci sentiamo ascoltati, aumenta anche la nostra fiducia, il nostro amore e il nostro impegno.

#ESEMPIO
In questa età della vita piena di bellezza ma anche di fatiche, ci servono dei fari, che illuminino la strada. È importante che qualcuno ci mostri come esercitare i nostri diritti e i nostri doveri, ci insegni a vivere la politica come servizio al bene. Sono troppi, invece, i modelli negativi. Ci interessa incontrare persone che abbiano saputo compiere scelte magari scomode o difficili, ma che hanno portato alla loro realizzazione.
Ci piacerebbe che la Chiesa cercasse nuovi modi per arrivare al cuore e all’interesse dei giovani. Spesso i gruppi parrocchiali e chi li frequenta non vengono presi seriamente, sia dagli stessi coetanei non praticanti, sia dagli adulti. La Chiesa dovrebbe aprire le porte a chiunque, non solo a chi volontariamente o dalla nascita frequenta l’ambiente parrocchiale, altrimenti corre il rischio di chiudersi in se stessa.
Se ci sentiamo giudicati e non ascoltati, se vediamo persone scontente di quello che fanno all’interno delle nostre parrocchie, se certi temi rimangono un tabù, noi giovani andremo a cercare altrove le risposte alle nostre domande, anche più profonde.

#FUTURO
È la parola che più ci sta a cuore. Non per tutti è facile pensare al futuro: pensiamo ai ragazzi che vivono situazioni di difficoltà, ai giovani stranieri che si trovano soli nel nostro paese, a chi non ha punti di riferimento. Non dobbiamo dimenticarci di nessuno.
Dobbiamo fare massa critica, essere uniti, non sprecare opportunità e farci avanti.
È importante non parlare dei giovani in maniera stereotipata o negativa, ma raccontare anche le belle esperienze, da cui trarre esempio. Nella nostra città ce ne sono tante: associazioni, esperienze di rappresentanza studentesca, gruppi di volontariato, giovani impegnati in politica.
Noi giovani abbiamo bisogno di credere nel futuro, poiché solo in questo modo la nostra fiamma si accenderà per cambiare, ognuno con le proprie capacità e qualità, il nostro piccolo mondo.
Per concludere vogliamo dire: investite davvero sui giovani… e otterrete i migliori risultati di sempre.

un gruppo di giovani