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Le avventure di Tintin. Il segreto dell’unicorno

Passione comune. Steven Spielberg e Peter Jackson si trovano a condividere il piacere della lettura delle avventure di Tintin, il giovane reporter belga creato da Hergé, protagonista di una corposa serie di albi a fumetti (prima apparizione nel 1929) con avventure classiche tra tesori nascosti e manigoldi da acciuffare. L’incontro nel segno del ragazzo con il ciuffo si è concretizzato nel primo di tre film dedicati al personaggio: Le avventure di Tintin. Il segreto dell’unicorno, diretto da Steven Spielberg.
Realizzato con la sofisticata tecnica dell’Image Motion Capture, sempre più all’avanguardia e coinvolgendo attori come Jamie Bell, lo specialista “mimo” Andy Serkis, Daniel Craig, Simon Pegg e Nick Frost, ecco uno spettacolo avvincente e di gran gusto, un bellissimo “parco giochi” dove alla fine vorresti di nuovo staccare il biglietto per un altro giro, perché i grandi tornano bambini e i bambini si divertono un mondo. Niente mostri, niente violenza, ma inseguimenti e umorismo per una articolata caccia al tesoro con indizi nascosti in tre modellini di velieri ed un segreto nascosto nella memoria offuscata del “lupo di mare” Archibald Haddock. Non mancano i gemelli poliziotti Dupont e Dupond e ovviamente il fido Milù, il cagnolino bianco sempre a fianco del giovane giornalista, senza età e senza passato. Del resto chi meglio di Spielberg poteva affascinarsi alle storie di un personaggio che ha più di un punto in comune con il suo Indiana Jones? E quale partner migliore di Peter Jackson che condivide con il regista di E.T lo stesso gusto per la tecnologia e per il cinema ad ampio respiro?
Nonostante la realizzazione moderna (con 3D) Le avventure di Tintin rimane fedelmente ancorato allo spirito delle storie di Hergé, per riportare in auge un eroe inossidabile che non si spaventa certo davanti allo scorrere del tempo.


Cinecittà di Paolo Pagliarani